Fisicità. Missione scudetto: essere… all’altezza

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Corriere Dello Sport (R.Maida) – Finora ha vinto tutti gli scontri diretti di area Champions, battendo Napoli, Inter, Lazio e Milan. Dodici punti su dodici. Ora Luciano Spalletti deve confrontarsi con un master, «la finale di un minitorneo» come direbbe De Rossi, la partita che tutti temono e insieme desiderano, il frutto proibito del campionato. Mancano ancora tre giorni a Juventus-Roma, c’è tutto il tempo di ragionare e valutare, ma una cosa appare certa: per fermare la Juve allo Stadium non basta la qualità, ci vuole il fisico. E l’evoluzione della Roma delle ultime settimane lascia credere che la strada intrapresa, a costo di limitare lo spettacolo, sia proprio quella. Spalletti sta cercando una squadra di lotta che sappia governare. Speculativa senza essere rinunciataria, attenta senza soffocare il talento.

SU IL MURO – In quest’ottica, con la fascia destra smantellata dagli infortuni, la Roma potrebbe tirarsi su. Nel senso di centimetri, i centimetri di altezza, che potrebbero agevolare il confronto con i muscoli di Mandzukic, Higuain, Khedira, Chiellini e il resto dell’arsenale juventino. Se alla difesa già poderosa composta da Szczesny (1.96), Rüdiger (1.91), Manolas (1.89) e Fazio (1.95) si aggiungesse a sorpresa Vermaelen (1.83), che non gioca titolare in campionato da agosto, la Roma comincerebbe la partita con un’altezza media di 1.91. Roba da basket, più che da calcio, con l’avanzamento di Emerson Palmieri (1.73) che non ha la stessa stazza.

MUSCOLI – Ma anche a centrocampo non si scherza, a maggior ragione dopo la partenza di Pjanic che sabato cercherà in ogni modo di farsi rimpiangere. Strootman è alto 1.87, De Rossi 1.85. E la statura non eccelsa di Nainggolan (1.74) è compensata da un impatto fisico quasi devastante sulle partite. I duelli in mezzo al campo potrebbero essere uno degli elementi principali della serata. «Se non vinci i contrasti, non vinci nemmeno le partite» ripete spesso Spalletti. Mai come in questo caso, ha ragione.

TERMINALE – Ancora più vigoroso può essere il contributo dell’attaccante principale, Edin Dzeko, che è alto 1.93. Andate a rivedervi l’azione del gol che segnò all’Olimpico l’anno scorso, alla seconda giornata di campionato: su un cross a campanile di Iago Falque, sovrastò letteralmente un fuoriclasse dei confronti fisici come Chiellini e buttò in rete il pallone con un bel colpo di testa. Sarà interessante il suo duello a distanza con Higuain, che è più basso di 9 centimetri ma è forse più potente.

TREQUARTI – Alla fine nemmeno la figura del fantasista, nella Roma, viene interpretata dal numero dieci piccolo e scattante. Diego Perotti, che spesso parte da sinistra, ha passo ed estro, salta l’uomo a destra e sinistra come pochi altri giocatori di Serie A, ma è anche piuttosto strutturato: 1.79. Il prototipo del diez argentino, cioè Messi, non arriva al metro e settanta. Senza arrivare alla retorica del branco di lupi, spesso sbandierata come una minaccia sportiva, questa Roma ha le caratteristiche morfologiche per affrontare qualunque avversaria a muso duro.

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