Fatturato, la Roma prepara il sorpasso sul Milan. Giallorossi pronti a sfondare il muro dei 200 milioni

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La Roma di James Pallotta si appresta a compiere un clamoroso sorpasso sul Milan nella classifica dei ricavi delle società di Serie A, affermandosi come la seconda forza del campionato italiano dietro alla Juventus. Se infatti il club controllato dalla Fininvest della famiglia Berlusconi si avvia ad approvare il bilancio al 31 dicembre 2015 con ricavi per circa 200 milioni (in calo rispetto ai 221 milioni del 2014), la Roma, grazie alla partecipazione alla Champions League 2015/16, potrebbe sfondare per la prima volta nella sua storia la soglia dei 200 milioni di fatturato, superando contestualmente i rossoneri che, ormai da due stagioni (la prossima sarà, con ogni probabilità, la terza consecutiva) non partecipano alla principale competizione europea per club. Secondo le stime di Calcio e Finanza, elaborate incrociando i risultati del primo semestre della società giallorossa con la ripartizione dei ricavi derivanti dalla partecipazione alla Champions League 2015/16, la Roma potrebbe chiudere il bilancio al 30 giugno 2016 con ricavi per 207 milioni circa. Una cifra che potrebbe dunque essere superiore ai ricavi del Milan nell’ultimo esercizio (il dato non è ancora ufficiale, ma né Fininvest né la società guidata da Adriano Galliani e Barbara Berlusconi hanno mai smentito le cifre riportate dal quotidiano MF e riprese da altri organi di stampa).

Nel dettaglio la Roma dovrebbe incassare dalla Champions League circa 77 milioni così suddivisi: 47,5 milioni di market pool, 12 milioni di partecipation bonus per l’accesso alla fase a gironi, 3 milioni di performance bonus (1 vittoria e 3 pareggi nel girone), 5,5 milioni come bonus per accesso agli ottavi di finale e 9,1 milioni di incassi per le 4 gare giocate allo Stadio Olimpico. Risorse che si vanno ad aggiungere a 5,1 milioni che il club di Pallotta incassa annualmente dallo sponsor tecnico Nike, ai 6,2 milioni derivanti dal merchandising (la stima è in linea con il dato del 2014/15 pari a 6,2 milioni, confrontato con quello delle semestrale chiusa al 31 dicembre 2015 di 3,5 milioni e della semestrale 2014 di 3,4 milioni) e a quelli che nel bilancio del club capitolino vengono indicati come “altri ricavi”, stimati in flessione rispetto al precedente esercizio (9,6 milioni contro 14,6 milioni del 2014/15 dove erano presenti alcune sopravvenienze attive per loro natura non ricorrenti).

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A questi si aggiungono i proventi da diritti tv della Serie A che, secondo le stime di Repubblica, dovrebbero attestarsi a 74 milioni circa (in forte crescita rispetto ai 65,3 milioni del 2014/15 grazie al nuovo contratto valido per il triennio 2015/18) e che dovrebbero compensare il calo dei ricavi da stadio relativi alle gare di campionato, che dovrebbero passare dai 20,4 milioni della scorsa stagione a circa 17,8 milioni al termine del campionato in corso (ovviamente il dato non è definitivo considerato che al momento la Roma deve disputare all’Olimpico ancora 4 gare, tra cui il big match con il Napoli).

Il Milan, secondo quanto riportato lo scorso 17 marzo dal quotidiano Milano Finanza, si avvia a chiudere l’esercizio al 31 dicembre 2015 con ricavi in calo a circa 200 milioni, in flessione rispetto ai 222 dell’anno precedente, e con una perdita consolidata di circa 90 milioni di euro, pressoché in linea con quella del 2014. A determinare la contrazione del fatturato ha contribuito la mancata partecipazione alla Champions League. Nell’esercizio 2014 erano stati contabilizzati circa 9,4 milioni di premi Uefa legati alla partecipazione alla Champions League 2013/14, che nel 2015 non ci saranno. Ma dovrebbero attestarsi in calo anche i ricavi da stadio. Non solo perché l’esercizio 2014 ha potuto contare su circa 2,8 milioni di incasso dalla partita degli ottavi di finale di Champions contro l’Atletico Madrid, ma anche perché nell’anno solare 2015 il club guidato da Adriano Galliani e Barbara Berlusconi ha visto calare nettamente i proventi per le gare di Serie A giocate a San Siro. Un po’ colpa del calendario, che ha concentrato quasi tutti i big match fuori dalle mura amiche, un po’ colpa della disaffezione del pubblico rossonero di fronte alle prestazioni della squadra guidata da Filippo Inzaghi nel 2014/15 e oggi da Sinisa Mihajlovic.

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