Fallite tre occasioni, un lusso pagato caro

Diciottesima partita nella storia della Roma di 25 settembre: in archivio nove successi e tre pareggi, prima dell’Atalanta. L’ultima vittoria in trasferta, sei anni fa, con Rudi Garcia in panchina e i gol di Benatia e Gervinho. Una Roma che, come quella attuale, cercava di (ri)costruirsi una identità, una credibilità (e una dignità) dopo la mazzata del derby perso in finale di Coppa Italia contro la Lazio. A Genova, quella volta, quinta vittoria in cinque partite; ieri sera all’Olimpico, la Roma di Paulo Fonseca ha conosciuto il primo stop in campionato. Una sconfitta pesante, forse inattesa dopo Bologna, che rende alla perfezione l’idea che i giallorossi debbano ancora lavorare tanto per poter recitare un ruolo Champions in campionato. E, soprattutto, la prima sconfitta della stagione dimostra/conferma una regola vecchia ma sempre valida: non puoi permetterti di sbagliare gol facili, come ha fatto la Roma non solo quando il risultato era ancora sul pareggio, è accaduto anche con l’Atalanta avanti di uno, per non rischiare di tornare negli spogliatoi a mani vuote. Gli errori clamorosi di Dzeko e Zaniolo prima e di Kalinic dopo pesano in maniera determinante sul risultato di una partita che ha visto comunque i nerazzurri fare meglio complessivamente dei padroni di casa. Lo riporta Il Messaggero.

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