El Shaarawy, l’impresa di essere normale

Questo è Stephan El Shaarawy fuori dal campo e dentro: un calciatore forte, ma poco reclamizzato. E’ un fenomeno strano: lo adorano i bambini, lo snobbano i grandi. Tutto ciò che fa viene dato quasi per scontato, i riflettori si accendono poco su di lui e quando alza la cresta, ci si aspetta che la alzi sempre, ogni partita, ogni stagione. E’ il destino di un ragazzo nato fenomeno e cresciuto con l’etichetta di quello che “va aspettato” perché “poco continuo”. ElSha è solamente normale, normalmente bravo e alla Roma è utilissimo. Come riporta Il Messaggero, El Shaarawy sembra uno di quei ragazzetti con lo zainetto in spalla, pronto ad andare a scuola. Sembra, poi guardi la data di nascita e ti accorgi che stiamo parlando di un classe ‘92. Quindi basta con “aspettare ElSha”. Quello che sa fare ha dimostrato di saperlo fare. Nel tempo si è consolidato come un titolare della Roma, Di Francesco lo ha definito il suo esterno ideale. A Frosinone ha dimostrato di essere cresciuto sotto l’aspetto della continuità, stando dentro il gioco fino alla fine, sfoderando la palla gol decisiva cinque minuti dopo il novantesimo. Gli manca ancora oggi un po’ di coraggio nell’uno contro uno. Ma ora il bambino con lo zainetto è diventato un Faraone. Un Faraone normale.

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