Edin: «I rigori li farò tirare ad altri»

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Istantanee da Crotone: Luciano Spalletti che quando la partita non ha più nulla da raccontare si volta, per due minuti pieni, verso la tribuna centrale dello Scida, per fissare un tifoso che lo stava insultando. «Io non disturbo e non rompo le scatole a nessuno – ha raccontato l’allenatore –. Mi sono messo a disposizione, se mi devi insultare, insultami. Ho cercato di agevolare le sue voglie». L’altra scena memorabile arriva da Dzeko, che avvicina Cavani nella classifica della Scarpa d’oro, ma fallisce il sorpasso per colpa del secondo rigore consecutivo sbagliato. Nella mixed zone un tifoso del Crotone chiama il bosniaco: «Edwin! Edwin! Una foto per favore». E lui: «Ok la foto, ma mi chiamo Edin!». E il tifoso, a quel punto, gli dà un paio di buffetti affettuosi sul collo, come uno zio farebbe con un nipotino. Succede anche questo. Succede che Dzeko fa 18 in campionato, 25 stagionali. Eppure negli occhi resta quel rigore maldestro, che fa il paio con quello di Udine di un mese fa: non è più un caso, se la statistica racconta di tre penalty falliti su sei calciati alla Roma. È per questo che Dzeko ha confessato che «il prossimo lo lascerò tirare ad altri». E Spalletti: «Il fatto che Edin l’abbia tirato è un sintomo di personalità, ma se ne sbagli due di fila rischi di essere condizionato. Non è un problema, ne abbiamo altri che possono tirare dal dischetto».

AVANTI COSÌ – Il resto è un centravanti che comunque brinda al 18: «Dovevamo vincere e l’abbiamo fatto, in A non è mai facile – ancora Dzeko –. Della Juve non m’interessa, abbiamo fatto il nostro e questo è l’importante». E Spalletti s’è finalmente concesso una faccia rilassata: «Ci siamo messi in difficoltà da soli dopo il rigore fallito, ma poi abbiamo controllato la gara. La squadra ora è matura, per mentalità e caparbietà». Un postit su Salah: «Ha qualità che tutti gli allenatori vorrebbero avere a disposizione, ora le ho ritrovate e me le tengo strette». E l’ultimo sul Villarreal, avversario di giovedì: «Dovremo fare una partita matura». Rieccolo, quell’aggettivo, il complimento migliore che un maestro possa fare ai suoi allievi.

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