E’ una Roma Capoccia. Mancini segna, De Rossi mago: il derby è suo

La Gazzetta dello Sport (G. B. Olivero) – La festa della Roma ha un sapore speciale: perché era il derby, perché contro la Lazio i giallorossi non segnavano da quattro sfide, perché ne deriverà una carica speciale per l’Europa League e lo sprint finale in campionato. E perché la Roma ha vinto controllando la partita dall’inizio, leggendone perfettamente i momenti, sfruttando l’episodio giusto, non concedendo nulla agli avversari e dimostrando una maturità significativa. Tutto questo senza il miglior Dybala (discreto e nulla più), con un Lukaku in versione paracarro per un tempo e leggermente più mobile dopo, con un El Shaarawy meno incisivo di tante altre volte. Il valore aggiunto di questo derby è proprio il successo di squadra, nel giorno in cui i campioni non hanno fatto la differenza.

I migliori sono stati i difensori, bravissimi a non lasciare spazi (Llorente splendido), a segnare (gran testata di Mancini), a sdoppiarsi (Angeliño perfetto da terzino e anche da centrale di sinistra). E gli applausi li prende Daniele De Rossi, che ha studiato perfettamente la gara sapendo che l’uomo contro uomo voluto da Tudor e accettato da lui avrebbe richiesto accorgimenti nelle due fasi. E De Rossi li ha trovati cambiando forma alla Roma, fluida come l’acqua che si adegua ai vari contenitori della partita. La Lazio, invece, è stata deludente.

Oggi la Roma può mettersi in poltrona e vedere cosa combinano Juve, Bologna e Atalanta. Ieri sera, tornando a casa, Daniele De Rossi avrà pensato a tutto meno che al rinnovo: per qualche ora la gioia per il derby vinto è totalizzante. Però, dopo otto successi e due pareggi in undici partite, senza contare l’Europa League, a qualcun altro nella Roma l’argomento sarà venuto in mente.

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