È un segnale forte per il nostro calcio. Non siamo gli ultimi

Corriere della Sera (M.Sconcerti) – Non so quanto questa vittoria sarà di stimolo stasera per la Juve, ma è stata prima di tutto una grande partita della Roma. Era tanto tempo che non si vedeva una squadra italiana giocare con questa forza tecnica e questa continuità. Ci siamo chiesti in questi ultimi tempi tante volte come poter arginare il calco spagnolo. La Roma ha dimostrato che è semplice: basta correre per tutta la partita, marcare a uomo pressandolo nei suoi metri, giocare in profondità di prima, là dove i difensori sono abituati al tempo lungo, al non avere sorprese individuali. È quasi impossibile, ma la Roma lo ha fatto, ha ridotto il Barcellona a una squadra meno che normale, che ha tirato una sola volta e da fuori area.

Non credo c’entri molto il tipo di calcio, italiano o spagnolo è la stessa cosa. Questa partita è solo della Roma, solo di Di Francesco che ha avuto una visione irreale della gara ed è stato seguito nel sogno da tutti i suoi giocatori. La decisione fondamentale è stata scegliere di marcare a uomo in difesa, anche qualcosa in meno. Tre difensori hanno portato la Roma a avere un uomo in più a centrocampo, più Fazio che spesso andava a cercare la profondità sulla fascia destra. Aggredito da tanti più uomini, ombroso in Messi, assente in Suarez che la squadra metteva fuori gara, il Barcellona ha fatto tutto quello che non ha mai saputo fare, difendersi in velocità. Ed è crollato. È entusiasmante che l’Italia abbia una squadra in semifinale, ma l’Italia credo che c’entri poco. È stata una straordinaria partita di una squadra preparata bene che ha saputo giocare ancora meglio.

C’è stata solo la Roma, sotto qualunque punto di vista. Non c’è stata tattica, solo un corpo a corpo continuo che ha prima sorpreso il Barcellona, abituato a se stesso, alla sua compostezza lenta, e poi rapidamente lo ha travolto. Un vero capolavoro atletico, tattico, nervoso. Una continuità di sforzo ormai quasi impossibile da vedere in un calcio insistente come quello attuale. Non so se la Roma abbia tracciato una linea anche per la Juve, sono comunque partite uniche. Però ha scosso dopo tanto tempo l’intero calcio italiano dalle fondamenta. C’è qualcosa di impossibile che è stato cancellato. Credo che la Roma sia più adatta della Juve al torneo breve, ne abbiamo parlato altre volte. La Juve è potente, meno agile. Forse anche meno portata a un calcio totale come questa eccezionale unicità della Roma, ma ha solisti che possono inventare di più. E comunque adesso almeno un sentiero, una speranza, è stata tracciata. Non siamo gli ultimi. E c’è ancora tempo per pensare di arrivare primi.

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