E domani comincia la scuola di Monchi

Corriere Dello Sport (R.Maida) – Sarà come entrare dentro uno specchio: di qua c’era la vita da calciatore, al di là il nuovo mondo. Francesco Totti si è svegliato giocatore, probabilmente per l’ultima volta, e si addormenterà da promesso dirigente, nella prospettiva di un futuro che è stato già accarezzato ma dev’essere ancora definito nei dettagli.

LO SBARCO – Molto (ma non tutto) dipenderà dal colloquio che avrà con James Pallotta. Privato, come il jet che stamattina porterà il presidente della Roma a Ciampino in tempo per assistere alla parata dell’Olimpico. Totti è stato chiaro con i dirigenti italiani e anche con Monchi, che ha saputo prenderlo nel modo giusto: vuole avere un ruolo operativo, reale, che possa valorizzarne l’esperienza di uomo di campo e il plusvalore di uomo della Roma. Monchi gli ha proposto di cominciare come suo assistente, perché possa introdurlo nella vita quotidiana di Trigoria e della città, e perché possa fungere come magnete per i nuovi giocatori. Totti lo è già stato da calciatore – quante volte avete sentito il refrain «E’ un sogno giocare con Totti» nelle conferenze stampa di presentazione – potrebbe a maggior ragione incidere da dirigente, non solo come leader di un virtuale comitato di accoglienza ma anche come elemento di persuasione. Secondo quanto è emerso, Totti è affascinato dall’opportunità che gli è stata offerta e dal garbo con il quale Monchi gliel’ha offerta. Ma nella sua idea c’è soprattutto la posizione di direttore tecnico, sulla scia del ruolo che aveva Bruno Conti in epoca Sensi, un trait d’union tra alti manager e leader della squadra ma soprattutto un vero dirigente che possa far valere il proprio peso decisionale nelle mosse strategiche del club.

BIANCO – Va ricordato che Pallotta, prima che si insediasse Monchi, era contrario a inserire Totti nell’area sportiva. Lo vedeva meglio come figura diplomatica, da utilizzare anche nel settore marketing grazie alla straordinaria (e forse sottovalutata) statura internazionale. Ma adesso, secondo quanto filtra da Trigoria, il presidente si è convinto ad accogliere le richieste del Capitano. Non solo per evitare di perdere una preziosa risorsa, ipotesi che sarebbe stata molto concreta in caso di conferma di Spalletti, ma pure per scongiurare un’altra decisione impopolare dopo quella unilaterale di non rinnovargli il contratto. A questo proposito si sussurra insistentemente di una riunione, avvenuta nei mesi scorsi, durante la quale Totti avrebbe ricevuto ampia disponibilità da un dirigente a vivere un’ulteriore stagione da calciatore, nonostante il comunicato emesso un anno fa che dicesse l’esatto contrario. Totti, di fronte alla prospettiva di giocare ancora, si era detto disposto a firmare a qualunque cifra, «in bianco» come si dice, ma poi non ha avuto altri riscontri, tanto da meditare davvero l’addio alla Roma. Negli ultimi tempi, tra gli altri, lo ha chiamato l’amico Marco Di Vaio, chiedendogli di andare al Bologna. Ed è stata questa la tentazione più grande: a due ore di treno da casa e ancora in Serie A. Alla fine però la «nuova sfida» a cui alludeva nel pensiero scritto in settimana dovrebbe essere di natura dirigenziale. A Trigoria, alla Roma, dentro se stesso, senza rinnegare un percorso di identificazione che rimarrà impresso nell’Infinito.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti