Dzeko è rimasto per l’Europa, servono gol… Anche per i conti

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Non c’è calciatore della Serie A che tiri di più in porta, non c’è altra fac­cia a cui Eusebio Di Francesco possa chiedere le reti giuste per la Champions League. Edin Dzeko, mister 87 conclusioni (48 nello specchio), è anche il signore che a Verona ha confer­mato di vivere un momento un po’ così. Continua a litigare con il gol, a volte lo tradisce e si tra­disce con i portieri avversari, ma è l’unico paio di scarpini giallorossi a oggi in doppia ci­ fra. Dell’Under che sboccia ora, del Perotti che s’è perso, dell’El Shaarawy che continuo non è, del Defrel mai convincente e dello Schick caso clinico, si dis­serterà poi. Oggi la Roma è Dzeko, negli amori e negli umori, nella voglia di restare a Trigoria e in quella faccia che sembra comunicarti «mai una gioia» a ogni inquadratura.

VITA O… –  Una gioia però Edin vuole conservarla per la Roma. A quasi 32 anni è rimasto nella capitale per la Champions di oggi e quella di domani. Per giocarsi un ottavo di finale che a Londra con il Chelsea non avrebbe potuto disputare, per regolamento. E perché, oltre al­le ragioni extracalcistiche, ha forse immaginato che le diffi­coltà giallorosse fossero più ri­solvibili a breve termine di quelle Blues, quantomeno in ottica quarto posto. Per il bosni­aco è una questione d’onore, dentro una squadra che non se­gnava così poco dai tempi di Carlo Mazzone, stagione 1995­ 96. Per la Roma è una questio­ne di vita o di…plusvalenze. La mancata qualificazione non impatterebbe sul bilancio da chiudere il prossimo 30 giugno, ma su quello del 2019. Certo, pe­rò, compliche­rebbe in ogni ca­so i piani di cre­scita del club, che avrebbe evi­dentemente me­no appeal sia nei giocatori da acquistare sia in quelli da tratte­nere.

Discorsi prematuri, ma fi­no a un certo punto. Se è vero, tra l’altro, che il financial fair play è questione all’ordine del giorno: l’a.d. Umberto Gandini e il d.g. Mauro Baldissoni ve­nerdì saranno a Nyon per relazionarsi con l’Uefa sullo sforamento dell’accordo transattivo stipulato nel 2015. Non sarà il giorno della sentenza, che arri­verà più avanti e a Trigoria immaginano nei confini di una multa, anche per la cessione politically correct appena effet­tuata di Emerson. Di France­sco farà senza il brasiliano. A Ve­rona il tecnico ha dimostrato di po­ter virare al 4­-2-­3-­1, restituendo certezze (alme­no psicologiche) a un gruppo in difficoltà. Il down fisico post sosta è alle spalle, il calendario nel girone di ritorno propone una sola grande sfida fuori casa (a Na­poli, il 3 marzo). Certo, con l’ot­tavo attacco del torneo tutto è faticoso. Magari ci pensa Edin.

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