Corriere dello Sport (R.Maida) – Il girone dei talenti, dantescamente, è il girone di ritorno. Anche se non è un dannato, Patrik Schick ha bisogno di affrancarsi in fretta dall’etichetta infernale di attaccante ipervalutato, dopo i primi mugugni dei tifosi e le critiche paterne di Di Francesco. Domani può essere l’occasione buona. Se le sensazioni emerse dagli ultimi allenamenti sono corrette, Schick tornerà titolare all’Olimpico per sfidare la “sua” Sampdoria, a cui ha già creato diversi problemi nella mezz’ora giocata a Marassi mercoledì.
MENTALITA’ – Schick più Dzeko, dunque: adesso si può. Di Francesco, anche per l’emergenza infortuni, è orientato a riproporre una formula testata già due volte all’Olimpico a dicembre: contro Cagliari e Sassuolo. In tutti e due i casi Schick non ha brillato (neanche Dzeko a dire il vero) ma il suo stato psicofisico non era buono. Con un mese in più di ambientamento e di lavoro, le condizioni per incidere sulla Roma sembrano decisamente migliori. «E’ tutta una questione di testa: si diceva che Patrik non potesse giocare esterno, invece a Genova ha dimostrato le sue qualità in pochi minuti» ha osservato Di Francesco, rendendosi conto del plusvalore offensivo garantito dall’ingresso del giocatore più pagato dell’estate.
PRECEDENTE – Schick non ha ancora lasciato il suo spray sul murale del campionato – la sua unica rete è quella inutile segnata al Torino – ma la storia della scorsa stagione gli viene in soccorso, confortandolo: anche quando giocava nella Sampdoria, osservando il mare dalla casa di Nervi, non è riuscito da subito a esprimere il suo potenziale. Nel girone d’andata, in cui Giampaolo gli concesse poco spazio, fece 4 gol. Nel ritorno invece furono 7, alcuni anche molto importanti per la squadra: se ne ricorda proprio la Roma, che affettò nel secondo tempo dopo il gol del provvisorio 2-1 di Dzeko. Schick si prese prima la punizione del pareggio, poi creò in prima persona il 3-2 dopo una serpentina da campionissimo.
FEELING – Con Dzeko peraltro si è trovato bene sin dal primo giorno, grazie alla facilità nella comunicazione: avendo giocato due anni nel Teplice, nella fase iniziale della carriera, Dzeko parla il ceco. Anche in campo i due stanno imparando a coesistere e si cercano nel fraseggio: a Genova è successo 4 volte in pochi minuti. Ora non resta che ritrovare i gol. Per aumentare la pericolosità offensiva, difficilmente la Roma può rinunciare a Dzeko. Ma anche Schick diventa un elemento fondamentale per migliorare il coefficiente di precisione della squadra: dopo 21 partite, Di Francesco ha il settimo attacco della Serie A e anche contro la Sampdoria, alla fine di una partita di buon livello, ha sprecato troppe occasioni da gol nonostante 16 tiri tentati da dentro l’area di rigore.