Diawara, il bimbo che sognava di nascosto: “Ma ora spero di fare meglio di tanti big”

A volte le storie d’amore nascono con un po’ di ritardo, complici anche gli incastri della vita. Quella tra la Roma e Amadou Diawara sboccia tre anni più tardi rispetto ai primi flirt, datati 2016, quando Walter Sabatini e Ricky Massara provarono a portarlo in giallorosso dal Bologna. Quell’estate lì Diawara finì a Napoli. “È andata così per volontà di Dio“, ha detto lui ieri nella conferenza stampa di presentazione. Se quello tra la Roma e Diawara è una fiamma che si è accesa già qualche anno fa, l’amore tra Amadou e il calcio ha radici molto più lontane. Già, perché proprio come tutti i bambini Diawara da piccolo amava soprattutto giocare a calcio. E lo faceva a Conakry, in Guinea, dove ha vissuto fino a 14 anni. I genitori non volevano che giocasse a calcio (il padre una volta lo prese a schiaffi perché gli aveva detto che voleva fare il calciatore). A proteggerlo la maggiore delle tre sorelle, Sira, che gli comprava di nascosto gli scarpini, come lui di nascosto faceva la doccia da un amico, prima di tornare a casa. A notarlo fu Numeku Tounkara, che tramite l’agente Robert Visan lo portò in Italia. Il nuovo acquisto romanista poi ha dimostrato di non aver paura di fronte ad accostamenti con nomi illustri: “I paragoni con Kanté? Non lo so, lui è ad un livello altissimo, e comunque mi vedo più in Yaya Touré. Qui c’erano centrocampisti forti come Strootman, De Rossi e Nainggolan. Sono giovane, spero di fare bene come loro, se non anche meglio. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

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