Di Francesco: «Un punto che pesa»

Corriere dello Sport (R.Maida) – Non è stato il miglior debutto possibile ma il gradimento dell’Olimpico, che alla fine ha riconosciuto lo sforzo della Roma, è un tributo di cui Eusebio Di Francesco può andare fiero. Ci vorrà del tempo, come ha spiegato Nainggolan (uscito ammaccato) alla fine della partita, perché la squadra riesca a raggiungere alti livelli di autorevolezza in Europa. Ma già il fatto che nella prima di Champions League non sia crollata davanti a una squadra più forte, riuscendo a guadagnare un punto importante per l’autostima e fors’anche per la qualificazione, deve servire da incoraggiamento. Di Francesco ammette: «Nel finale siamo stati un po’ fortunati, mentre con l’Inter era accaduto il contrario. Purtroppo siamo calati nel secondo tempo sul piano fisico, non riuscivamo più a palleggiare e loro sono venuti fuori con la loro qualità. Per questo ho cambiato sistema di gioco, speravo di contenerli».

LA MOSSA – L’ingresso di Fazio al posto di Defrel, con la rinuncia al 4-1-4-1 per il 5-3-2, ha confermato che il concetto di integralismo non appartiene alla mentalità di questo allenatore: «Se le cose non vanno, il mio mestiere prevede di correggere la squadra… Potremmo anche riproporre un modulo simile in altre situazioni. Ma in questo caso è stata una soluzione-tampone. Per 60 minuti ho visto dei miglioramenti, poi si è sofferto troppo. E Alisson, un grande portiere, è stato determinante. Purtroppo abbiamo sbagliato, rischiato eccessivamente, consentendo all’Atletico di prendere fiducia. In Champions non puoi permettertelo».

L’ESTATE – Come mai la Roma non ha ancora raggiunto il top sul piano atletico? Di Francesco parla chiaro: «Nel primo tempo abbiamo fatto bene, c’era anche un rigore per noi. Poi effettivamente nel secondo tempo la squadra non mi è piaciuta. Mi chiedo anche quale sia il problema, magari paghiamo i pochi allenamenti e le tournée estive, evidentemente ora dobbiamo lavorare di più. Non è detto che sia negativo non essere al 100 per cento adesso, magari riusciremo a crescere durante la stagione». Chiusura ancora più schietta: «Non lo dico mai ma stavolta sì: era importante non perdere. Questo punto pesa tanto».

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