Di Francesco, un mister incoscienza

Il Messaggero (U.Trani)C’è anche Cristian Totti, in campo con la Roma e convocato dal papà dirigente. Francesco ha mantenuto la promessa e ha portato il primogenito, 12 anni, a Barcellona per fargli conoscere il suo idolo Messi. Solo l’erede del Capitano è, però, qui in vacanza. Le distrazioni ci sarebbero: il panorama dal Montjuic o dal Tibidabo, la chiesa della Sagrada Familia lasciata incompleta da Gaudì, il Parco Guell, il Porto Olimpico o la passeggiata a Barceloneta. A Di Francesco, invece, basta entrare al Camp Nou per rendersi conto che questa non è la serata per divertirsi. Sul ring catalano saliranno i suoi giocatori (Pallotta non ci sarà: virus influenzale). Sta a lui non farli essere solo sparring partner. «Ci presentiamo con grandissima umiltà. Loro sono abituati, ma noi speriamo di fare qualcosa si straordinario. E’ già un orgoglio affrontarli, ma noi non ci vogliamo fermare qui». Indica la via: «Non va persa l’identità e bisogna migliorare l’attenzione. Loro sono precisi, avendo qualità, e fanno sempre gol. Dobbiamo limitare le loro chance. Se li facciamo avvicinare alla nostra area, ne avranno di più». Niente pullman davanti alla porta, dunque. «Lo dico prima: il loro atteggiamento ci porterà ad abbassare il baricentro. Ma senza esagerare, da 10 minuti, cercheremo scendere a 7. Saremo aggressivi e spensierati. Non contano le mie mosse, non ci farà caso nemmeno Valverde… C’è solo la Roma. Che dovrà essere squadra. Perché loro lottano su ogni pallone e sono forti nell’uno contro uno. Per stare in partita, insomma, bisogna vincere molti duelli. Il punto debole loro è come il nostro. Se sbagliamo a pressare, rischiamo. Così, quando ci verranno a prendere, dovremo essere bravi a uscire». Non copierà il Siviglia di Montella e quindi esclude il 4-2-3-1. «Non improvviso. Sarebbe un segnale di debolezza». Fazio lo ascolta. Scherzano sulla linea difensiva: alta o bassa, si vedrà. «Messi non lo conosco solo io, ma il mondo. Questa Roma è umile, ma ha entusiasmo e ambizione».

RISPETTO RECIPROCO – «Non mi ha sorpreso la presenza della Roma tra le migliori 8. Ottima la fase a gironi. Temo l’attacco». Valverde non fa lo spocchioso davanti a Di Francesco, ricordando il ko subito il 15 settembre 2015 a Bilbao con il suo Atletico, in Europa League, nel primo incrocio con il collega giallorosso, all’epoca al Sassuolo. «Menomale che non c’è Under», ammette Jordi Alba.

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