Di Francesco torna a casa

Corriere Dello Sport (G.D’Ubaldo) – Tutte le strade portano a Roma. Anche quella di Eusebio Di Francesco. Il tecnico abruzzese è diventato il favorito per la panchina giallorossa, quella che lascerà libera Spalletti, dopo un anno e mezzo e con la prospettiva di allenare l’Inter l’anno prossimo. Il tecnico toscano porterebbe con sè i suoi due collaboratori storici, Daniele Baldini e Marco Domenichini, ma forse anche Simone Beccaccioli, il video analyst che ha stabilito un buon rapporto con Spalletti, tra l’altro in scadenza di contratto. Di Francesco resta in vantaggio su Paulo Sousa ed Emery. L’ex giallorosso è cresciuto alla scuola di Zeman, calcisticamente parlando, ma poi ha maturato la sua filosofia calcistica anche con le idee di Spalletti, con il quale ha lavorato fianco a fianco nel 2005-2006, quando accettò di fare il team manager con la promessa di passare poi a fare l’allenatore delle giovanili. Ma poi prese un’altra strada, undici anni fa e ora sta per tornare a Trigoria. E’ lui il favorito nel toto allenatore che impazza nella Roma giallorossa. Monchi ha studiato molto da vicino il profilo di Di Francesco, gli piace il suo calcio, il suo modo di lavorare con i giovani. Gli sono piaciute le sue idee. Sarebbe già stato raggiunto un accordo economico, per un ingaggio da un milione e mezzo a stagione. Subito dopo la conclusione del campionato, forse già la prossima settimana dovrebbe esserci l’annuncio. Di Francesco ai dirigenti della Roma ricorda Allegri quando lasciò il Cagliari per andare a vincere al Milan. Sabato scorso Angelozzi ha incontrato Monchi e Massara a Verona, si è parlato di Pellegrini e Defrel, ma anche della clausola rescissoria che lega Di Francesco al Sassuolo, del valore di tre milioni. Le due società hanno molti tavoli aperti anche per la prossima stagione e il club giallorosso potrebbe lasciare il cartellino di Ricci al Sassuolo per “liberare” l’allenatore. Monchi ha ribadito ad Angelozzi che i due club continueranno a collaborare come hanno fatto in questi anni.

ESPERIENZADi Francesco si sente pronto per allenare un grande club. L’esperienza maturata con la squadra neroverde lo ha fatto crescere nel rapporto con i giocatori e nella conoscenza del calcio italiano. La breve esperienza in Europa gli ha dato modo di esprimere il suo calcio, il Sassuolo è uscito dalla fase a gironi dopo aver ottenuto anche qualche risultato importante contro squadre più titolate. Ma ha pagato la rosa troppo corta e l’inesperienza a livello internazionale dei giocatori. Solo un paio conoscevano già il palcoscenico internazionale. Di Francesco parte dal 4-3- 3 zemaniano, ma non è rigoroso come il boemo. Si adatta in base alle caratteristiche dell’avversario e agli uomini a disposizione. In alcune partite ha utilizzato la difesa a tre. Contro la Roma, ad esempio, ha giocato con il 4-4-1-1, mettendo in difficoltà la difesa giallorossa con Defrel che giocava tra le linee.

IL SUO CALCIODi Francesco non cambierà le sue idee neppure alla guida di un grande club. A Eusebio piace lavorare con i giovani, sa che la Roma punterà sulla linea verde come vuole Pallotta. Ha saputo valorizzare Pellegrini, che considera un giocatore in prospettiva da Nazionale. Ha ancora ampi margini di crescita. Nella rosa della Roma ci sono molti giocatori che stima e che in questa stagione gli hanno dato solo dispiaceri, con due sconfitte nelle due partite disputate. Di Francesco lavora molto sul campo, la preparazione tattica è alla base del suo lavoro. Gli piacciono esterni d’attacco veloci come Salah, Perotti ed El Shaarawy, che nel suo calcio dovranno cercare continuamente la profondità, aggredire le linee avversarie, saranno loro i destinatari principali delle verticalizzazioni. De Rossi avrà un ruolo importante anche con lui: il centrocampista che si abbassa per proteggere la difesa. I centrocampisti centrali fanno un pressing molto alto, avanzando a volte anche fino al livello degli attaccanti. E’ il modo di giocare che predilige Strootman, al quale la Roma vuole rinnovare il contratto. Di Francesco ama impostare l’azione già con i centrali difensivi, che devono essere abili tecnicamente. La ricerca di Monchi è indirizzata in questo senso.

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