Di Francesco perde le ali: resta Under

La Gazzetta dello Sport (M.Calabresi) – Eusebio Di Francesco parla molto più volentieri di calcio che di mercato. Pagherebbe di tasca sua, come tanti suoi colleghi, per arrivare in un attimo al 1° febbraio, anche perché quest’anno di motivi per sorridere gliene hanno dati pochi. In campo tiene altissima la concentrazione della squadra ma non si nasconde e, dopo qualche protesta in milanese stretto di decine di curiosi per la rifinitura a porte chiuse, fa aprire il cordone formato da due vigili della Polizia locale di Sedriano: tutti dietro il muro a vedere, chissà, l’ultimo allenamento di Dzeko ed Emerson con la maglia della Roma. «Ho delle difficoltà perché tanti giocatori non sono al top», aveva ammesso Di Francesco un paio d’ore prima: senza due registi (De Rossi e Gonalons, toccherà ancora a Strootman), senza due esterni offensivi (Perotti ed El Shaarawy), ma sempre fedele al 4-3-3, scritto sul quadernone che lo accompagna in campo.

SI SCALDA UNDER – Prima della partitella a carte mischiate, mezz’ora di 11 contro 0, di movimenti ripetuti allo sfinimento e di un Di Francesco mai in silenzio, perché «dal punto di vista psicologico devo rinforzare la squadra, facendo leva sulla professionalità e la serietà dei giocatori»: due per ruolo nelle prove (tranne Strootman e Pellegrini), con Cengiz Under schierato esterno alto che dovrebbe rappresentare la novità anti-Samp. Il turco non gioca una partita da titolare da due mesi (Roma-Spal): le prime due, arrivarono contro Verona e Benevento, dopo il rinvio di Sampdoria-Roma. Erano altri tempi: c’era Dzeko e non ancora Schick, oggi si è capovolto il mondo. Dall’altra parte ci sarà Quagliarella, «uno che in questo periodo qualsiasi cosa tocca diventa oro». Alla Roma dimezzata dagli infortuni e disturbata dal mercato, servirebbe «essere più determinata negli ultimi 20-25 metri, sbagliando meno palloni possibili».

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