Di Francesco, il ‘Normal One’ che ha “rivoluzionato” la Roma

repubblica.it (M.Cuppini) – Nessuna dichiarazione ad effetto. Nessun eccesso e mai una parola fuori posto. Eusebio Di Francesco si è preso la Roma e lo ha fatto in silenzio con la normalità che lo ha sempre contraddistinto anche quando ‘sgroppava‘ in mezzo al campo ma con la personalità di chi sà che il lavoro paga sempre. Meno parole e più fatti. Meno polemiche e più coesione. E’ da qui che è partita la rivoluzione silenziosa di Eusebio che ha preso in braccio la Roma e l’ha mostrata al mondo con l’abito da festa più bello che ci sia. Perché il 3-3 col Chelsea nella serata di gala dello Stamford Bridge era solo l’antipasto di una Roma in grado di stritolare 3-0 i campioni d’Inghilterra anche all’Olimpico in una partita senza se e senza ma.

Questa Roma è tutto tranne che un miraggio. E’ la creatura che Eusebio ha cullato e coccolato con premure e attenzione. Che ha difeso a spada tratta quando aleggiava poca fiducia e, ora che il morale comincia ad essere alle stelle, è bravo a tenere con i piedi per terra. Eusebio, il “Normal One” non ha niente di speciale. O forse sì. E’ speciale nella sua normalità e forse è proprio quello che ci voleva dopo un passato fatto di inquietudini, insofferenze, poca lucidità e proverbi passati alla storia. Ma di nessun risultato tangibile. Che poi nel calcio è l’unica cosa che conta. Spalletti ha lasciato esasperato dalle polemiche con l’ambiente e in guerra aperta con la stampa, Rudi Garcia partì bene a livello di risultati ma con le sue massime ad effetto pensò più a costruirsi un personaggio alla Mourinho perdendo forse un po’ di vista il fatto di essere l’allenatore della Roma. Questo invece Eusebio Di Francesco non l’ha mai fatto. E’ sul pezzo, in ogni momento e in ogni partita. Non cerca polemiche, tiene coeso l’ambiente (anche se forse qualche valutazione sugli infortuni la sta facendo), studia con attenzione gli avversari (non è un caso che sapesse già che il Chelsea avrebbe giocato con 2 trequartisti) e costruisce le sue vittorie sui dettagli. Proprio come fanno i più grandi.

Ovvio che c’è ancora tanta strada da fare. Di Francesco e la Roma sono solo all’inizio di un percorso di crescita che ha bisogno di tempo e fiducia. Ma i numeri sono tutti dalla loro parte. In questa Champions i giallorossi non hanno mai perso (2 vittorie e 2 pareggi), sono in testa a un girone che era considerato di ferro ed hanno la qualificazione nelle proprie mani: basterà un pareggio con l’Atletico Madrid o una vittoria all’Olimpico col Qarabag per strappare il pass per gli ottavi. Mica male per un squadra che era uscita ai preliminari dopo il disastroso 3-0 col Porto e che in Europa faticava enormemente dal punto di vista della personalità.

Al cospetto del Chelsea la squadra di Di Francesco non ha mostrato alcun timore reverenziale giocando con piglio e determinazione, pressando alto e lasciando poco respiro alla manovra dei ‘Blues‘. Straordinario il lavoro delle due ali Perotti ed El Shaarawy (al terzo gol in 2 partite), quello di una difesa ancora una volta imperforabile e di Dzeko che, anche se non segna, lavora per la squadra e smista palloni a più non posso. De Rossi soddisfatto a fine partita ha elogiato il tecnico: “Mi piace il modo in cui stiamo giocando, il mister ha cambiato il modo di aggredire l’avversario, siamo sempre aggressivi anche contro squadre contro cui in altre stagioni avremmo aspettato: questo è il passo importante che abbiamo fatto. Anche nelle sconfitte ci ha fatto capire quale sia la giusta strada. Il messaggio che ci ha dato è chiaro, ma è presto per fare proclami che qui a Roma verranno sicuramente fatti, così come ci avevano dato degli scemi dopo il pari contro l’Atletico Madrid. Il calcio è più difficile di quello che viene chiacchierato nei bar, noi lo sappiamo e non dobbiamo perdere la trebisonda“. Come a dire: Di Francesco è il trionfo della normalità. Una normalità che non è da confondere col ‘quarto d’ora del dilettante‘, piuttosto con ‘La Scala‘…

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