Corriere dello Sport (R.Maida) – Stavolta punta il dito e non è un modo di dire. Agita l’indice, dal suo tavolo, per rispondere agli accusatori virtuali. Per puntualizzare. Tra sarcasmo e durezza, ma senza mai perdere garbo, Eusebio Di Francesco alza la posta della sua sfida. Partendo da un messaggio rassicurante rivolto ai tifosi della Roma: «Io sono resiliente». L’atteggiamento va di moda nell’era social: significa reagire con spirito positivo davanti a qualunque avversità. E allora eccolo, il suo rilancio esplicito: «Sarei un ipocrita se non avvertissi negatività attorno a me» spiega, con il sorriso. «Onestamente – continua – mi pare tutto un po’ prematuro, sento dei polveroni insensati dopo 270 minuti di partite, ma non c’è problema. Conosco questa città e questo ambiente. Sono i risultati del campo a dovermi dare ragione, non le parole». «Mi fa piacere il supporto di Pallotta perché dà forza alle idee nelle quali già credevo. Ma certe analisi sono premature. Dzeko ha detto cose sbagliate. D’Alema? Se ho bisogno di vincere, chiedo a lui…»
FEELING – Ammette che le parole difensive del presidente Pallotta, ieri passato per Trigoria per salutare la squadra, «mi hanno fatto piacere. Perché danno forza a qualcosa in cui già credevo». Si riferisce al suo lavoro, ai suoi metodi, al suo 4-3-3 che presto porterà dei frutti alla squadra. Magari già dalla partita con il Verona, per la quale cambierà qualche pedina senza perdere identità. Giocherà ad esempio Florenzi dal primo minuto dopo 11 mesi di inattività. «Qualcosa bisogna modificare per avere linfa nuova – chiarisce – anche se per il momento non ho a disposizione una rosa particolarmente ricca». Considerando Schick ancora a mezzo servizio e Kardsorp sempre out per un inatteso ritardo sulla tabella di recupero.
REPLICA – Di Francesco risponde anche a Massimo D’Alema, tifoso della Roma, che si era lamentato dello spettacolo offerto contro l’Atletico Madrid: «L’ho sentito, ha detto che questa squadra gioca senza allenatore. Vorrà dire che se avrò bisogno di imparare qualcosa in fatto di vittorie, chiederò a lui…». La frecciata è evidentemente rivolta alle sconfitte politiche dell’ex presidente del Consiglio. D’Alema, peraltro, ieri ha controreplicato, dicendo naturalmente di essere stato male interpretato… DENTRO. Ma da caposquadra, ha qualcosa da dire anche a uno degli uomini più rappresentative del plotone: «Non mi sono piaciute le parole di Dzeko, il suo sfogo è stato sbagliato. Fortunatamente Edin è una persona intelligente e il giorno dopo ha corretto il tiro». Da centravanti si era lamentato dell’impostazione della Roma che gli lasciava poche occasioni per segnare: «E’ lui che deve mettersi a disposizione dei compagni. E sono convinto che tornerà a segnare facilmente». Anche con questo sistema di gioco: «Vi assicuro che ho le p… (dice proprio così, ndr) per cambiare se lo ritengo opportuno. Quindi cambierò, come è successo nel secondo tempo in Champions, quando penserò che sia giusto per la squadra. Forse non si è parlato abbastanza del fatto che, dopo la fase di sbandamento nel secondo tempo contro l’Atletico, con gli aggiustamenti tattici abbiamo concesso una sola occasione su calcio d’angolo».
DENTRO – Ma da caposquadra, ha qualcosa da dire anche a uno degli uomini più rappresentative del plotone: «Non mi sono piaciute le parole di Dzeko, il suo sfogo è stato sbagliato. Fortunatamente Edin è una persona intelligente e il giorno dopo ha corretto il tiro». Da centravanti si era lamentato dell’impostazione della Roma che gli lasciava poche occasioni per segnare: «E’ lui che deve mettersi a disposizione dei compagni. E sono convinto che tornerà a segnare facilmente». Anche con questo sistema di gioco: «Vi assicuro che ho le p… (dice proprio così, ndr) per cambiare se lo ritengo opportuno. Quindi cambierò, come è successo nel secondo tempo in Champions, quando penserò che sia giusto per la squadra. Forse non si è parlato abbastanza del fatto che, dopo la fase di sbandamento nel secondo tempo contro l’Atletico, con gli aggiustamenti tattici abbiamo concesso una sola occasione su calcio d’angolo».
PREPARAZIONE – Sui problemi contingenti della Roma, invece, Di Francesco riconosce: «Ci manca ancora verticalità. Dobbiamo migliorare la fase offensiva, è vero. Sul piano fisico invece non siamo al top. Ma non voglio crearmi l’alibi delle tournée estive, quelle le fanno tutte le grandi squadre. Sarà banale ma solo con il lavoro riusciremo a crescere. E vedrete che ce la faremo». Chiarisce meglio cosa intenda per squadra compiuta: «Non pretendo di dominare per 90 minuti le partite: questo atteggiamento appartiene solo a poche squadre nel mondo. Voglio però gestire meglio i momenti di difficoltà. Ad esempio contro l’Inter abbiamo preso tre gol nel finale. E questo non può andare bene, al di là del fatto che avremmo meritato di essere due o tre a zero, prima».