Giancarlo De Sisti, ex leggenda della Roma e della Fiorentina, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Tra gli argomenti trattati l’emergenza del Coronavirus e i suoi trascorsi nel calcio. Ecco uno stralcio delle sue parole:
Come vive questo difficile momento, il flagello del Coronavirus?
Questo virus è molto potente, ha spiazzato tutti compresi gli addetti ai lavori e lo si vede dai decessi. Noi in Italia abbiamo pagato un prezzo altissimo e la cautela che viene osservata è necessaria. Nessuno dei miei cari è stato contagiato e sono contento ma fa male ogni sera sentire il bilancio dei decessi in tv. Sono agli arresti domiciliari, recluso in casa con mia moglie. In passato eravamo noi a consigliare ai figli quando era meglio non uscire, ora lo fanno loro con noi. La priorità della mia vita è stata la famiglia, poi il calcio.
La Roma è il suo grande amore, come l’ha vista?
La Roma ha fatto finora un campionato abbastanza positivo, considerando che ha messo in evidenza qualche giovane che ha fatto buone prestazioni. La perdita di Zaniolo è stata determinante, è cresciuto in maniera incredibile in un solo anno e ora è un protagonista assoluto, uno dei pezzi forti del calcio italiano. Mi piace anche Mkhitaryan che giocava nel Manchester, lo seguivo anche prima. Mi piace il calcio che esprime Fonseca.
Il ritorno a Roma era scritto nel destino.
Sono tornato dopo 9 anni, ho dato una fetta di cuore anche a Firenze, dove respiri cultura, sapere, bellezze particolari. Sono stato amato e sono stato bene. Inevitabilmente qualcosa di più ho fatto a Firenze, non me ne pento. Quando andai via da Roma mi misi a piangere, avevo 22 anni. Tornai a 31, ero un centrocampista maturo. Ai tifosi giallorossi ho dato meno di quanto ricevuto, ma ho fatto tre anni ancora ad alto livello.