Derby, Lucio e ombre

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Il Messaggero (A.Angeloni) – Luciano Spalletti non è quello de “il derby non si gioca, si vince”. Una frase a effetto pronunciata da Rudi Garcia alla vigilia della sua prima stracittadina. Quella che apriva il post 26 maggio, quella che poi avrebbe dato vita a tre anni di sole vittorie e due pareggi per la Roma, dal 2013 a oggi. Lucio con il derby ha un rapporto molto particolare, contraddittorio, fatto di luci e ombre, grandi soddisfazioni e altrettante amarezze: tre vittorie, tre sconfitte e due pareggi, otto confronti tutti contro Delio Rossi. Diciamo che la partita con la Lazio non è quella che gli è riuscita meglio nei suoi quattro anni in giallorosso. Il bistrattato Garcia ha lasciato sul tavolo due pareggi e tre vittorie.

RICORDI E DOLORI – Spalletti ritrova la Lazio dopo sette lunghi anni di astinenza. E l’ultima volta che l’ha vista non è andata bene: sconfitta, 4-2, e lite furibonda con il ds Tare. Tra “un sei scorretto” e “quel dito te lo potevi mettere…”, è stata una Pasqua un po’ così. Pandev, Zarate, Mexes, Lichtsteiner, De Rossi, Kolarov, i sei marcatori di quel pomeriggio prepasquale. Nell’intervallo discussione accesa tra l’allenatore giallorosso e il ds biancoceleste, portata davanti alle telecamere nel post gara. Quello, per Lucio, è stato l’ultimo appuntamento con la Lazio. Meglio il penultimo, sfida di andata, rete di J.Baptista di testa sotto la Sud. Il primo derby, invece? Quattro anni prima: gol di Totti, pari di Rocchi. Ben più carica di significati la sfida di ritorno della stagione, 2005-2006. Totti era rotto e seduto su una panchina di legno a bordocampo. Vince la Roma 2-0 e quella per Spalletti era la undicesima vittoria di fila, la Lazio finisce a meno sedici dai giallorossi, un dato ricordato quella sera dal numero della maglia di De Rossi, il 16, con sopra scritto meno.

LA STANGATA – La prima vera mazzata arriva nel dicembre del 2006, in una fredda serata di dicembre. Commozione in tribuna stampa per la recentissima morte dell’amico e collega Alberto D’Aguanno, fuoriclasse della redazione di Mediaset con spiccate simpatie per i colori giallorossi. Spalletti quella sera gli avrebbe dedicato volentieri una vittoria, ma la sua Roma andò a sbattere contro il muro di Delio Rossi: Ledesma, Oddo, Mutarelli. Si ricorda quella nottata per il tuffo di Rossi nella fontana del Gianicolo. Nella gara di ritorno, aprile 2007, non si matura la vendetta, ma solo un triste 0-0. Primo e unico della gestione Spalletti. Il primo derby della stagione 2007/2008 è trionfale: Vucinic, Mancini e Perrotta ribaltano l’iniziale vantaggio di Rocchi. Non basta una rete di Ledesma nel finale per togliere la vittoria alla Roma. Una specie di liberazione per Spalletti, che aveva visto andare via la stagione precedente senza una vittoria. Nel ritorno, sconfitta con beffa nel finale firmata Behrami che chiude il derby sul 3 a 2 per la Lazio, proprio quando tutto stava per andare in archivio con le reti di Taddei, Pandev, Rocchi e Perrotta. Niente. Quindi, per gli amanti delle statistiche, Lucio non vince contro la Lazio dalla notte di Baptista, mentre Pioli, il suo prossimo dirimpettaio, la Roma non l’ha ancora mai battuta. E tra un po’ comincerà il tormentone: Dzeko o non Dzeko. Nell’interessante disamina tattica andata in onda ieri su Roma tv, il tecnico è tornato sulla gara con l’Inter. «Edin ha cambiato la partita? L’ha cambiata la mentalità della squadra. Lui ci ha messo del suo e ha dato un contributo. Con Edin in campo dal primo minuto, magari sarebbe stato più difficile rimettere le cose a posto. E Perotti? Eccezionale».

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