De Vrij cresce, ma gli manca ancora vincere tanto con la Lazio

La Gazzetta dello Sport (E.Bergonzini) – A difesa dell’onore. Quello personale, così come quello di squadra. Stefan De Vrij è pronto per il derby, il sesto che si gioca da quando nell’estate del 2014 è arrivato a Roma, ma appena il terzo per il quale è a disposizione. Un pareggio e una sconfitta, quattro reti subite: questo il suo bilancio. Andrebbe migliorato in tutto. Abbassare la media reti subite e aggiornare la casella delle vittorie. Da qui a fine stagione Stefan giocherà più derby che in questi suoi due anni e mezzo di Lazio. Si immergerà nella rivalità romana e nella lazialità, prima della probabile cessione in estate. Dovesse partire il suo posto lo prenderebbe Hoedt, che di allenamento in allenamento sta crescendo e che Stefan ha istruito.

PERCORSO – Quando, nella primavera del 2014, il nome di De Vrij è cominciato ad essere accostato alla Lazio, Stefan era quasi uno sconosciuto. Insieme a lui la Lazio trattava Martins Indi, suo compagno di squadra e di nazionale. Fra i due, a stuzzicare i tifosi laziali, non era De Vrij. Poi il mondiale, la rete segnata alla Spagna e il riconoscimento come miglior difensore del torneo, fecero pensare fosse inarrivabile. Arrivato a Roma, inizialmente la sensazione era che il dominante fosse Gentiletti. Col tempo è cresciuto e ha raggiunto il grado di leader. Nelle stracittadine però non è ancora riuscito ad imporsi. Sostituito nel finale nel suo primo derby, ha giocato per intero solo quello perso negli ultimi minuti col gol di Yanga­ Mbiwa.

CARICA – Subito dopo la vittoria con l’Udinese De Vrij ha lanciato la sfida ai giallorossi: «Non vedo l’ora arrivi il derby – ha detto –. Si gioca a calcio per giocare partite così». Nella sfida dello scorso dicembre Stefan è rimasto in panchina, non ancora al meglio dopo la frattura del metatarso che lo rese indisponibile per un mese e mezzo. La sua assenza si è sentita. I due gol erano evitabilissimi e se ci fosse stato l’olandese, bravo a rimediare agli errori altrui e a far giocare meglio i compagni trasmettendo tranquillità, forse la porta sarebbe rimasta inviolata, cosa che vista la regola dei gol in trasferta, è particolarmente importante oggi. Stefan giocherà a difesa, oltre che della porta, anche dell’onore. Il proprio e quello della squadra. Perché non può lasciare Roma senza aver vinto un derby.

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