De Rossi sta tornando: “Io al fianco di Mancini, la porta non è chiusa”

Il passato è una ferita che ancora sanguina, il futuro però potrebbe offrire la prospettiva si suturarla. De Rossi, a GQ, parla così del Boca: “Non c’è stato un giorno in cui non mi sia sentito felice. Quelli dell’addio a Buenos Aires sono stati giorni tristi, ma la vera batosta è arrivata a Trigoria, uscendo dalla mia camera per andare al pullman, ho pensato “è l’ultima volta che chiudi questa porta, e li mi è parso di tremare. Se devo dire qual è il vero momento del ritiro, dico quello. Devastante. Non ho voluto aggiungere un’altra maglia italiana a quella della Roma, mi pareva di sprecare una storia bellissima. Quando sto bene sarei ancora in grado di giocare nella Roma, nel Boca, ma non succede quasi mai. Ho 36 anni, il fisico è logoro, di soldi ne ho abbastanza“. Con De Rossi c’è stata anche la figura di Totti: “E’ capitato di non parlarci per un mese, pure l’anno scorso. Abbiamo giocato vent’anni assieme, ci siamo abbracciati dopo i gol, ci siamo frequentati fuori dal campo, abbiamo avuto anche delle sonore litigate, ma poi è sempre finita a risate. Il suo addio? Un incubo“. Il rapporto con Mancini: “Oggi non posso saperlo, ma è eccellente. Fra i discorsi che abbiamo fatto tempo fa, non un gennaio intendo, una porta azzurra socchiusa“. Il futuro alla Roma: “Qui il discorso è diverso perché al settore giovanile c’è mio padre, perché i rapporti col club comunque non li ho persi. La tempistica della mia uscita dal Boca, unita alla trattativa per la cessione della Roma, ha fatto pensare a molti che il gruppo Friedkin mi avesse contattato. Non è successo, non li ho mai sentiti, ma non è vero che io sia in attesa di un nuovo proprietario per tornare a Trigoria su un cavallo bianco“. Lo scrive La Repubblica.

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