Milano Finanza (A. Montanari) – La politica scende in campo sul caso Dazn. Dopo l’audizione di mercoledì 15 del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella in commissione Trasporti Poste Telecomunicazioni e la conseguente apertura dell’istruttoria dell’authorty sull’Ott che si è aggiudicato i diritti tv della Serie A 2021-2024 per 840 milioni all’anno (340 milioni garantiti da Tim), adesso la presidente dell’organismo parlamentare, Raffaella Paita, è pronta a far votare in Parlamento una risoluzione che ponga paletti sempre più stringenti alle piattaforme streaming e agli operatori digitali.
“Ho proposto l’elaborazione di una risoluzione, in fase di stesura in queste ore, che sia un atto di indirizzo nei confronti del governo“, conferma a MF-Milano Finanza l’onorevole Paita (Italia Viva). “Siamo arrivati a definire questo percorso perché una sola audizione in commissione non garantiva la totale tutela agli utenti-consumatori”. La risoluzione potrebbe essere calendarizzata e votata già la prossima settimana da Camera e Senato.
“Con questo documento chiederemo al governo l’impegno a definire modifiche normative che rendano più stringente a Dazn e tutti gli altri operatori coinvolti l’adesione a Conciliaweb (la piattaforma di Agcom per la risoluzione delle controversie tra utenti e operatori di telefonia, internet e pay tv, ndr) e dotare la stessa authority di maggiori poteri di controllo e sanzionatori“, specifica ancora la presidente della commissione Trasporti Poste Tlc, “oltre a chiedere la certificazione nella misurazione e rilevazione degli ascolti“.
Questa mossa politica arriva in seguito alle segnalazione degli utenti, alle proteste delle associazioni dei consumatori e alle valutazioni in commissione del presidente Lasorella non solo sull’adesione perfetta e totale di Dazn alla carta di servizi Agcom ma anche e soprattutto per quel che attiene le metriche di misurazioni dell’audience proposta dall’Ott di Len Blavatnik e curata da Nielsen, soggetto che non è certificato a differenza di Auditel (soggetto vigilato dal garante delle comunicazioni).
Ciò perché come già evidenziato da questo giornale il dato degli ascolti ha un impatto (l’8% del totale, ossia quasi 100 milioni) sulla ripartizione ai club di calcio di A degli introiti derivanti dalla vendita dei diritti tv, in applicazione del decreto firmato dall’ex ministro dello Sport, Luca Lotti, che hanno modificato la legge in vigore, la Melandri.