Dal sombrero al doppio dribbling. Così Nainggolan fotocopia Cafu

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La Gazzetta Dello Sport (D.Stoppini) – Il risultato puoi dimenticarlo, il gesto no. Resta dentro, scava un cassettino nascosto nella memoria e non esce più, neppure a distanza di anni. Non è un caso che Cafu, mica un mestierante qualsiasi, ricordi quel triplo sombrero su Nedved e un quarto su Simeone come «il momento più esaltante della mia storia a Roma». Diciassette dicembre 2000, non c’è un passeggero del treno giallorosso che non l’abbia in testa, quella giocata da circo. Sai cosa c’è di nuovo? Che qualcuno ha fatto il verso a Cafu. Dev’essere la zona di campo: identica. Dev’essere il minuto di gioco, il 36’ per tutti e due: primo tempo per Cafu, secondo tempo (perché in fondo una riedizione va per definizione in onda successivamente all’originale) per Radja Nainggolan, belga con una cresta che fa tanto moicano e qualche idea che ogni tanto passa per la testa e fa molto Brasile. Il doppio numero con cui Radja è uscito dal pressing di Immobile e Lulic è un video che ha rotto i confini del web (esistono poi?) e una perla che chissà quanti infortuni provocherà, se un umano volesse mai replicare la cosa su un campo di calcetto qualsiasi con gli amici. Non fatelo, non imitate un pazzo che con questa giocata, molto più che con il gol del raddoppio, ha prenotato un posto fisso nei ricordi da derby. «Sapevo che avevo un uomo alla mia sinistra, poi ne avevo un altro che mi rincorreva da dietro e quindi mi sono detto di buttarla in mezzo, di provare a girarmi dall’altra parte e l’altro è andato in pressione per anticipare la giocata verso il portiere – ha raccontato Nainggolan a Roma Radio –. Poi mi è andata bene, la giocata alla fine è stata un po’ semplice, anche se per come loro si sono mossi sembrava più difficile».

MENTALITÀ – Se non difficile, di sicuro memorabile. Come se non fosse bastato il gol già messo a segno qualche minuto prima, con la partecipazione non banale di Marchetti in verità: «Avrei tirato comunque, il portiere era dall’altra parte e ha visto tardi il pallone perché coperto da Radu – ancora il centrocampista belga –. Avrei però preferito segnare sotto la curva sud piena, la gente ci manca, magari tornasse per la gara con il Milan. Ma a ripensarci, i nostri tifosi hanno fatto un patto e l’hanno rispettato, i loro no. E avere tutto lo stadio a sfavore ci ha caricato ancora di più». Chissà che la carica non serva pure per il prosieguo del campionato: «Non so cosa manchi alla Roma rispetto alla Juventus, è difficile rispondere. Qui da tanti anni non si vince, forse è anche una questione di mentalità, forse qui anche un secondo posto viene vissuto come una vittoria. Ma adesso siamo lì in classifica e ci dobbiamo provare. Abbiamo le gare con Milan e Juventus in calendario: se perdiamo ci allontaniamo, ecco perché dobbiamo vincere a prescindere se vogliamo fare qualcosa di importante». E per Nainggolan sarebbe una vittoria doppia: «Ho scelto di restare qui perché per me conta anche la qualità della vita». Come pure la qualità delle giocate, eh.

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