Curve divise: è scontro totale

curva sud

Il Tempo (S.Pieretti) – Ora è guerra aperta. Da una parte la Questura e il Prefetto, dall’altra gli ultras della Capitale. Il giro di vite da parte delle Istituzioni non è piaciuto ai tifosi di Lazio e Roma che minacciano di disertare lo stadio Olimpico. Il casus belli riguarda le multe per chi, nei settori popolari, non rispetta il posto assegnato sul biglietto d’ingresso o sull’abbonamento. Logica vorrebbe che ciò avvenisse in ogni stadio d’Italia, ma è solo il Questore di Roma ad applicare la legge. La legge sul biglietto nominativo risale a otto anni fa, venne votata dopo la morte dell’ispettore Raciti nell’aprile del 2007 (legge Amato, che introdusse anche il Daspo ndr) ma solo oggi viene applicata. E solo a Roma.

Prima dell’intervento del questore D’Angelo che ha multato un tifoso della Roma, non si conoscevano interventi del genere per un cambio di posto. Dalla Questura non intendono fare passi indietro. Tutto era stato deciso nel summit del 26 giugno scorso durante il quale i due club romani – presenti alla riunione con propri rappresentanti insieme a quelli del Coni – avevano accettato l’innalzamento delle barriere che dividono i distinti dalle curve dello stadio, la divisione delle curve in due settori attraverso l’inserimento di un’apposita barriera e la riduzione della capienza del settore più popolare togliendo circa 1700 posti (da 8.700 a 7 mila posti).

Ma la vera bomba è stata la multa comminata per il cambio posto: centosessantasette euro. In caso di violazione reiterata scatta il Daspo da uno a tre anni. I tifosi di curva che hanno acquistato l’abbonamento non hanno avuto la possibilità di scegliersi il posto, assegnato loro automaticamente dal sistema informatico. Al contrario, negli altri settori dello stadio, ognuno sceglie il proprio posto, valuta ogni aspetto del «contratto» che va a sottoscrivere con il club. In curva gli abbonamenti si comprano al buio, il posto spesso risulta essere inidoneo, con la visibilità ostruita dalle vetrate divisorie. Con la pioggia intensa i problemi aumentano, perché l’acqua rende inagibili almeno le prime dieci file del settore. È giusto rispettare la legge, ma sarebbe stato anche giusto informare i tifosi di una situazione del genere prima dell’acquisto della tessera. Tanti abbonati avrebbero preferito il divano, anticipando i risultati di una strategia che punta a rinchiudere gli ultras dentro al salotto di casa. Con la complicità dei club.

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