Conti: “Roma e Italia, il nostro segreto era un gioco da ragazzi”

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Sembra quasi studiato. Il giorno dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale 2022, un pezzo di storia vincente del calcio italiano si è presentato sul palco del teatro Manzoni per presentare “Un gioco da ragazzi”, il libro scritto da Bruno Conti con Gianmarco Menga (prefazione di Francesco Totti, Rizzoli editore). Il titolo dice tutto.

Parola di Bruno Conti: “Vengo da una famiglia con 7 figli, il mio calcio era strada e oratorio: puro divertimento. Da ragazzo non ho mai pensato di fare il professionista, anche se ho rischiato di finire negli Stati Uniti come giocatore di baseball. Ero un bel lanciatore. Una squadra americana mi voleva mettere sotto contratto. Mamma e papà dissero no. Mi hanno insegnato i valori che mi hanno permesso di fare quello che ho fatto: umiltà e rispetto”.

Divertimento. Quello che il calcio ha perso e che ieri sera, invece, è tracimato dal palco con Roberto Pruzzo, Ubaldo Righetti, Rosella Sensi, Riccardo Viola e, da remoto, Ciccio Graziani, compagno della vittoria al Mondiale ‘82 quando, per la gioia buttarono in piscina Bearzot (“Ma nessuno pensava che non sapesse nuotare”).

Simboli della Roma degli anni 80 che piaceva anche quando non vinceva. A ognuno il suo ricordo. Pruzzo: “Per me Bruno è sempre stato un libro aperto. Alla sua prima finta stavo fermo, alla seconda mi accendevo una sigaretta. Alla terza mi rilassavo, alla quarta incominciavo a pensare al pallone che mi stava per arrivare“.

Righetti: “Ero un giovane, dopo alcune trasferte mi dava un passaggio. Arrivati a casa sua mi diceva: tieni la macchina tu, ripassa domani per l’allenamento“. Rosella Sensi: “Per la Roma non si è mai tirato indietro. Nemmeno nella stagione dei cinque allenatori. Non lo dimenticherò mai“.

Così come Bruno non ha mai messo in discussione la Roma: “Maradona mi diceva: vieni a Napoli e io volevo restare a Roma. Con il presidente Viola fu una battaglia ma eravamo una famiglia“. Il futuro? Passa dai giovani: “Bisogna avere più coraggio nei confronti di questi ragazzi. E smettere di preferire il fisico alla tecnica“.

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