Corriere dello Sport (I. Zazzaroni) – L’eroe della serata è Mile Svilar, quello che non ci saremmo mai aspettati; l’ex riserva Svilar capace di parare due rigori e di esaltare l’Olimpico una volta di più spettacolare e super attivo: muto ad ogni preparazione dei romanisti, tutto un fischio non appena era il turno degli olandesi.

La prima, vera partita da non perdere De Rossi non l’ha persa. Ha sofferto tanto, ma non l’ha persa. Quello col Feyenoord era l’appuntamento più importante del suo primo mese (e poco più): significava passaggio agli ottavi di Euroleague, continuità, altra fiducia e credibilità.

Rispetto al passato la Roma porta più giocatori oltre la linea della palla, è più propositiva ma meno equilibrata: corre troppi rischi, immagino che Daniele voglia evitare in futuro di concedere decine di ripartenze agli avversari, specie a quelli con valori tecnici superiori.
Le cose migliori la Roma le ha fatte nel primo tempo quando Pellegrini, ma anche  Spinazzola, hanno dato il fritto. Nella ripresa i due sono calati notevolmente, al punto che al 70’ il capitano si è dovuto arrendere e l’azione ha perso efficacia. Spina ha retto un po’ di più.

Così come con l’Inter, tanto Lukaku quanto Dybala sono risultati abbastanza deludenti: Rom impreciso e spesso in ritardo, tranne nei 30 secondi conclusivi, Paulo si è sfinito nel rincorrere la naturale brillantezza.

Sia a Rotterdam sia all’Olimpico il Feyenoord ha giocato a lungo un calcio speculativo, poco coraggioso, a tratti inguardabile. Un calcio all’indietro (Rinus Michels si sarà rivoltato nella tomba). Soltanto nei supplementari ha aumentato la pressione e procurato sofferenze alla Roma. che ha chiuso con Celik, Aouar, Ndicka, Zalewski, Baldanzi e Angelino, tre quarti di seconde scelte. PS. Jesùs Gil Manzano, quello che non concesse il rigore all’Ucraina contro gli azzurri e che, secondo Casarin, “non dà i rigorini”, ha arbitrato non all’europea, ma alla Gil Manzano, tradotto in italiano è “alla pene di segugio”: non ha punito interventi fin troppo energici e soprattutto non ha assegnato un rigore nettissimo per fallo su El Shaarawy: ho sentito Marchegiani ripetere che “in Italia quei rigori li danno sempre”. Anche in Europa li danno sempre, quando li vogliono dare. Perché sono rigori senza se e senza ma.