Il Corriere dello Sport (R. Maida) – L’illusione di una grande festa è durata solo mezz’ora, a tre anni dal trionfo di Tirana. Poi la realtà: anche i tifosi del Toro speravano in un’impresa della Roma per beffare la Juventus. Il rigore di Locatelli ha ristabilito le gerarchie. Nonostante i 46 punti nel girone di ritorno, Ranieri non è riuscito a cancellare il disastroso inizio di campionato, colpa soprattutto della società. Resta il rammarico per la Champions mancata per un soffio, con 50 milioni in più che avrebbero cambiato le carte in tavola. Ma la qualificazione all’Europa League è un premio alla rincorsa e un incentivo per la prossima stagione.

Ranieri sembra aver testato un possibile successore, probabilmente Fabregas, con un 4-3-3 elastico. Gli undici iniziali erano gli stessi contro il Milan, ma disposti come dopo l’1-1 di Joao Félix: Celik e Angeliño terzini, Paredes in regia, Soulé e Saelemaekers ali, Cristante e Koné interni. La scarsa ferocia del Torino ha facilitato la Roma, che ha conservato il quinto posto grazie al rigore di Paredes.

Dopo il vantaggio, la Roma ha gestito la partita senza problemi. Svilar non ha mai rischiato. Il raddoppio di Saelemaekers, su assist di Soulé, ha chiuso la partita. Statuetta del migliore in campo. Il boato all’Olimpico per il 2-2 di Haps al Penzo, con i romanisti a sognare e gioire con i tifosi del Torino, indomabili nel sostegno alla loro squadra. La Roma, giocando sul velluto della speranza, si è divertita, sfiorando il 3-0 con Soulé. Poi il sorpasso Juve ha spento l’entusiasmo, preparando il saluto a Ranieri, abbracciato da tutti, e l’omaggio al pensionato Hummels, portato in trionfo. La Champions resta tabù per i Friedkin.