
La Repubblica (L.D’Albergo) – Nel giorno della festa giallorossa per il sudatissimo via libera al progetto del nuovo stadio della Roma, c’è chi trova comunque modo di litigare. E, c’è da giurarci, continuerà a tirarsi per la giacchetta anche ben oltre il triplice fischio della conferenza dei servizi. Il confronto tra Comune e Regione su Tor di Valle è infatti destinato a protrarsi ancora per settimane, mesi. Il «sì» di ieri sera è infatti legato all’approvazione da parte del Campidoglio M5S, in giunta e poi in consiglio, della variante al piano regolatore e alla stipula della convenzione urbanistica con i proponenti. Si tratta del documento in cui dovranno essere messe nero su bianco una volta per tutte le opere pubbliche a servizio della futura casa dei romanisti e del business park che sarà realizzato dal costruttore Luca Parnasi e la tempistica della loro realizzazione. Così ha imposto e ottenuto la Pisana nelle battute conclusive, con Palazzo Senatorio irritato ma costretto a obbedire. Il Comune grillino, da parte sua, avrebbe infatti preferito che fosse la Regione a muoversi per prima con la concessione, un atto che peraltro avrebbe consentito ai proponenti di presentarsi immediatamente alle banche per sbloccare le somme necessarie all’avvio dei cantieri. Per non far saltare l’accordo su un progetto avviato nel 2009 e poi visto, rivisto, modificato ed emendato fino a sfiorare l’addio del presidente giallorosso Pallotta a Roma e alla Roma, alla fine ha comunque vinto un forzatissimo buon senso.

