La Stampa (M. De Santis) – Salvate forma e faccia dalla campanella dell’ultimo Consiglio dei Ministri prima che il premier Giuseppe Conte salisse al Quirinale a rassegnare le dimissioni, il Coni ritrova l’indipendenza perduta. Niente sanzioni dal Cio: a Tokyo, nelle Olimpiadi ai tempi della pandemia, suonerà normalmente l’inno di Mameli e sventolerà come sempre il tricolore. “Vittoria all’ultimo secondo dei tempi supplementari, siamo riusciti a chiarire che da oggi il Coni è assolutamente un ente pubblico indipendente”, sentenzia Giovanni Malagò alla fine del giorno della verità.
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“È stato un percorso difficilmente spiegabile – prosegue Malagò – un romanzo che visto da fuori non lascia comprendere dove ci si sia incagliati. La situazione era imbarazzante, poi l’escalation incredibile di queste ultime ore. Perché c’è stato un fatto: la quasi tempesta perfetta. Viviamo in tempi di pandemia e già questo sarebbe bastato. Tutto sistemato? No, ma ora ci prendiamo qualche minuto di serenità e poi faremo tutti gli approfondimenti del caso”. Nel decreto di poco più di due pagine approvato dal Governo Conte il Coni ha ritrovato una propria dotazione organica fino a 165 dipendenti e di alcuni immobili.