Capello: “Lo scudetto grazie a Franco Sensi. Derby? Mi aspetto una grande performance di Zaniolo”

Pagine Romaniste (A. Ferrantino) – Un viaggio nella macchina del tempo insieme a Fabio Capello. Dal ricordo di Giuliano Taccola sino al derby vinto 5-1 dalla sua Roma passando per il tricolore cucito sul petto nell’anno 2001. L’ex tecnico giallorosso ai microfoni di Pagine Romaniste si è lasciato andare in dolci ricordi e in elogi nei confronti di Mourinho.

Sono passati 53 anni dalla scomparsa di Giuliano Taccola. Che ricordo ha di lui?

“Era un attaccante molto forte. Si muoveva bene, sapeva calciare, andava in profondità e aveva un ottimo fiuto del gol. Per noi era fondamentale, indispensabile, e purtroppo quando è venuto a mancare si è sentita la sua mancanza sia sul campo che negli spogliatoi. Prima come uomo e dopo come giocatore. Era un ragazzo molto semplice e di compagnia. Giuliano è uno di quei compagni di squadra che ti rimangono dentro. Poi quel Cagliari-Roma è difficile da dimenticare perché la sua morte è avvenuta lì, nello spogliatoio, davanti ai nostri occhi. È stata una tragedia che non si può dimenticare”.

Lei è l’ultimo allenatore che ha vinto uno scudetto a Roma.

“A Roma sono riuscito a realizzare il progetto che mi ero prefissato e se ce l’ho fatta è anche grazie al Presidente Sensi. La nostra era un ottima squadra ma ci serviva un centravanti che garantisse un certo numero di gol e fosse anche presente in area di rigore. Gli proposi Batistuta e lui accettò. Gabriel era l’anello mancante, quel giocatore che ci avrebbe permesso di fare quel salto di qualità. I risultati ottenuti ci diedero ragione”.

Oggi su quella panchina siede Mourinho.

“Mourinho è un uomo di esperienza che conosce bene il calcio e il campionato italiano. Ci sono tre allenatori che hanno ripreso in mano le squadre: Allegri, Sarri e Mourinho. Però bisogna dargli tempo. Sarri ad esempio sta iniziando a dare la sua impronta alla Lazio. Lo stesso vale per Allegri. Mourinho sta ottenendo meno a livello di risultati ma la squadra lo segue ed il trend positivo della Roma ne è testimone”.

In cosa è carente la Roma di oggi?

“Mourinho sta cercando di dare a questa squadra quella continuità, quella necessaria attenzione in tutte le partite, che serve per raggiungere l’obiettivo finale. Cioè vincere ma con continuità che è la cosa più difficile a Roma. C’è l’esaltazione e subito dopo lo svilimento. Ciò che manca dunque è la mentalità della continuità”.

All’Olimpico ci sarà il Vitesse. Che tipo di gara si aspetta?

“Sarà un match difficile. Il Vitesse che ho visto all’andata, anche se poi nel secondo tempo è calato di intensità, ha dimostrato di non essere una squadra così facile da battere. Le squadre olandesi come al solito dimostrano carenze difensive e tenendo conto del trend positivo della Roma, credo ci siano le possibilità di fare risultato”.

Domenica invece il derby.

“La Roma, come ha detto anche Mourinho, quando scende in campo dopo gli impegni infrasettimanali è un po’ scarica e non gioca come vorrebbe il suo allenatore. La Lazio è in forma e sta giocando un bel calcio. Si muove con molta facilità in campo ed ha qualità. Da parte della Roma mi aspetto di vedere in campo molta attenzione e molta determinazione anche se, quest’ultima, essendo un derby, non dovrebbe mancare”.

Chi saranno i protagonisti del match di domenica?

“I due centravanti: Tammy Abraham e Ciro Immobile. Devo però aggiungere che mi piacerebbe vedere una grande performance di Zaniolo che potrebbe essere uno dei protagonisti tenendo conto gli impegni con la Nazionale per le qualificazioni al Mondiale. Ma come sempre le partite si vincono a centrocampo”.

Sarà fondamentale dunque la presenza di Mkhitaryan.

“Sicuramente. È un giocatore molto importante per la Roma. Ha qualità, visione di gioco e anche a livello dinamico da molto alla squadra”.

Se le dico 10 marzo 2002 cosa ricorda?

“Fu una bella partita, un bel derby. Preparai il match in base agli avversari che avevo di fronte. La Lazio, mai come allora, poteva essere battuta solo con un certo tipo di giocate che preparammo in allenamento. Montella fece 4 gol. Sfruttammo certi movimenti difensivi che faceva la Lazio e ci riuscì tutto grazie alla grande performance di Totti, Vincenzo e di tutta la squadra”.

Ha allenato tanti campioni nella sua carriera da allenatore. Qual è il giocatore romanista che avrebbe preferito avere in squadra e non contro?

“Difficile rispondere perché tutti i giocatori allenati era davvero forti. Fare un nome sminuirebbe il lavoro fatto dagli altri ragazzi. Tutti si sono impegnati allo stesso modo e si sono sacrificati per la squadra. Anche a livello di spogliatoio sono stati molti a dare il loro contributo. Non si può fare solo un nome perché la squadra è un insieme: i singoli ti fanno la differenza ma ci sono altri giocatori che sono allo stesso modo importanti”.

La lotta scudetto è apertissima. Chi potrà vincere il campionato?

“Questo campionato mi ricorda molto uno scudetto che perdemmo per un pareggio contro un Venezia già retrocesso. Basta un semplice errore, una sconfitta o un pareggio, per ribaltare la classifica. Insieme all’Inter e al Milan, le squadre più pericolose sono Juventus e Napoli, con gli azzurri molto favoriti per la vittoria finale”.

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