Caccia al gol per la Roma. Il Faraone si candida

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini)Apocalittici o integrati? Occorrerebbe davvero un intellettuale come Umberto Eco – autore del celebre saggio sulla cultura di massa – per poter analizzare l’umore del tifo giallorosso alla luce di questo inizio di stagione della Roma. Insomma, squadra indebolita e fallimento stagionale sicuro (apocalittici) oppure cieca e rinnovata fiducia nel lavoro di Pallotta & Co. (integrati)?

GOL E PUNTI: LA STRISCIA – La vittoria di Bergamo, pur senza sciogliere l’enigma, ha comunque regalato sorrisi, anche se un dato ha colpito tutti: la Roma di Di Francesco – allenatore offensivista per vocazione – ha effettuato un solo tiro nello specchio della porta, quello (decisivo) di Kolarov su punizione. Strano, vero? Basti pensare che negli ultimi 12 anni in campionato solo 3 volte la Roma aveva fatto peggio (zero tiri in porta: 2 sconfitte e un pari) e 10 volte aveva fatto lo stesso (un tiro in porta: 7 sconfitte, 2 pareggi e una vittoria). Come dire, stavolta è andata bene, ma meglio non riprovarci.

ALLENAMENTI – Il motivo del digiuno di pericolosità, in questi giorni, è presto detto: il gioco di Di Francesco è raffinato e necessita di tanto lavoro. Quello che, per via del ritiro senza titolari e della tournée Usa, l’allenatore non ha potuto svolgere al meglio. Come dire, occorrerà del tempo per crescere, ma l’ottimismo non manca. «Il gioco nuovo avvantaggia gli esterni – dice El Shaarawy a Roma Radio –, chiede molti tagli, di andare in profondità e queste sono le mie caratteristiche. Di Francesco lo dobbiamo ascoltare perché è un allenatore capace. Occorre mettere in pratica le cose che proviamo in allenamento. Abbiamo più mentalità vincente rispetto al passato. Lo scorso anno queste partite equilibrate non le portavamo a casa».

MAHREZ & MUNIR – Vero, ma fare più gol è necessario, e per questo le parole ieri di Shakespeare – l’allenatore del Leicester, non il poeta – hanno riaperto il cuore alla speranza di un colpo di scena dell’ultim’ora per Mahrez. «Tutti sanno le voci sull’offerta che abbiamo ricevuto per lui, ma non è stata accettata. Ho parlato individualmente con Mahrez e gli ho detto che finché sarà qui dovrà essere professionale e rispettoso della squadra. Lo ha fatto, basta guardare la sua prestazione contro il Brighton. Comunque, finché il mercato è aperto c’è sempre la possibilità che parta, ma sarebbe meglio accorciare la finestra di trattative». Morale: sperare si può, anche se la pista su Schick (vedi pagine precedenti) è senz’altro più viva, così come le alternative che portano a Munir (piace parecchio, ieri nuovo contatto, e potrebbe decollare a breve) o Cuadrado.

BRUNO PERES STOP – Ma se l’attacco stenta, c’è sempre la buona notizia di una difesa che non ha preso gol a Bergamo, cosa che in precampionato era capitato solo nella prima uscita. Un peccato, perciò, che ieri gli esami strumentali abbiano accertato una lesione di primo grado nella zona dell’adduttore sinistro (pettineo) per Bruno Peres, che dovrà stare fermo per due settimane. Quindi sabato niente sfida con l’Inter; con Di Francesco che, privo degli infortunati Karsdorp ed Emerson e con Florenzi al massimo convocabile (ieri ha sostenuto una positiva visita di controllo), dovrà inventarsi un terzino destro (Manolas, Nainggolan o Kolarov) oppure passare alla difesa a tre. Quanto basta per immaginare un fine settimana al cardiopalmo. Ovvero, puro carburante per apocalittici e integrati.

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