E Buffon alza di nuovo la voce: «In A si scansano, in Europa no»

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La Gazzetta dello Sport (G.B.Olivero) – Lo spogliatoio era allegro, giustamente. La Juve aveva appena battuto il Napoli, consolidando il primato in classifica. In questi casi, di solito, la forza del risultato prevale su tutto. Gigi Buffon, però, non la pensa così: la fascia sul braccio è solo un segno per l’ambiente esterno, ma un capitano vero è quello che scuote il gruppo quando serve anche usando parole forti in momenti imprevisti. Un capitano vero è quello che tiene dritto il timone quando c’è il rischio che si prenda la direzione sbagliata. Un capitano vero è quello che «vede» il pericolo quando ancora è lontano e così lo neutralizza più facilmente. Così, mentre nello spogliatoio bianconero si sprecavano i sorrisi, Gigi ha spento l’entusiasmo e ha cominciato a parlare: «Ragazzi, così non si va da nessuna parte – il discorso di Buffon, parola più parola meno –. In Italia vinciamo perché gli altri si scansano, ma in Europa non succede e non succederà. In Italia le uniche due squadre che non si sono scansate ci hanno battuto (riferimento alle sconfitte con Inter e Milan, ndr). Serve più personalità, più grinta, più voglia di aiutarsi , altrimenti ci complicheremo la vita in campionato e soffriremo in Champions». Tutti zitti. I senatori, quelli che con Buffon condividono la grande avventura del quinquennio bianconero, hanno annuito, consapevoli quanto Gigi del sottile rischio che la Juve sta correndo. Gli altri, i nuovi acquisti e comunque chi è in bianconero da poco, hanno capito che quello del capitano è un segnale molto importante: paragonabile (seppur con toni più morbidi) a quello lanciato un anno fa dopo la sconfitta col Sassuolo, altrettanto significativo perché, a differenza del 2015, adesso la Juve è in testa alla classifica con 4 punti di vantaggio. Eppure Gigi ha voluto avvisare tutti usando l’iperbole degli avversari che si scansano per rafforzare il concetto. Finito il discorso e fatta la doccia, Buffon si è presentato in zona mista per le interviste: unico bianconero (a parte Marchisio e Bonucci che avevano parlato a bordo campo), strano dopo un successo importante, ma normale proprio alla luce di quanto accaduto poco prima nello spogliatoio.

IL CASO-DYBALA – Intanto è emerso anche un altro episodio di qualche giorno fa. A Vinovo Allegri ha interrotto un allenamento perché da lontano ha scorto l’infortunato Dybala giocare a basket invece che affrontare la prevista seduta di fisioterapia. Il tecnico ha chiesto all’argentino come mai non fosse in palestra e la risposta è stata immediata: «Non c’è un fisioterapista che possa occuparsi di me». Risultato: riunione immediata tra lo staff medico e Allegri, che ha ribadito (ce n’era bisogno?) quanto sia fondamentale il recupero di Dybala. Insomma, la Juve è in testa alla Serie A, è vicina agli ottavi di Champions, ma ci sono tante cose da mettere a posto. D’altronde la forza delle grandi squadre è non accontentarsi mai, pretendere di fare sempre meglio. Il discorso di Buffon è la migliore garanzia per la stagione della Juve.

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