Il Messaggero – La meglio gioventù

San Siro si tinge d’azzurro. Un azzurro giovane. Da una parte, Fabio Borini, dall’altra Stephan El Shaarawy. Il romanista di un anno più vecchio del rossonero, del ’91 Borini, del ’92 El Sharaawy. Entrambi con il chiodo fisso dell’Europeo, con il romanista che ci crede, mentre l’italo egiziano può sperare solo in un miracolo. Il Faraone, così chiamano Stephan e non ci vuole molto a capire il perché, ha toccato l’azzurro di Ferrara (due presenze senza gol con la maglia degli azzurrini), proprio quando Borini (quattordici presenze, tre reti, invece) è stato chiamato per la prima volta da Cesare Prandelli per l’amichevole di Genova contro gli States.

I due non si sono mai incrociati in nazionale. Tra Fabio e Stephan è decisamente più avanti il romanista, nonostante si parli ormai da tempo di El Sharaawy come un predestinato (e probabilmente lo è). Borini è esploso quest’anno, al di là di ogni aspettativa. Il giallorosso è un calciatore per intenditori, il Faraone strega per il suo talento. Borini veniva da un’esperienza in Inghilterra: prima al Chelsea, poi in prestito allo Swansea City, club gallese militante nella Football League Championship, fino al termine della stagione 2010-2011. La scorsa estate lo ha preso il Parma che lo ha girato alla Roma, in prestito poi in comproprietà. Doveva essere uno dei vari giovani che la Roma avrebbe studiato e fatto crescere, nel tempo è diventato titolare inamovibile per Luis Enrique, che lo adora per la sua voglia, per la sua abnegazione, per la sua serietà da veterano. Fabio è partito sotto traccia, ora se vai a fare due conti è il miglior marcatore della Roma con nove gol. El Shaarawy dopo aver fatto vedere le sue qualità nella Primavera del Genoa, è esploso in B con il Padova, nel Milan sta vivendo una stagione in altalena, panchina, campo, tribuna.

Molta stima da parte di Allegri, poco spazio, troppo chiuso dal mostro Ibrahimovic, da Robinho, prima ancora da Cassano. Domani potrebbe trovare posto, visto che lo svedese non è al meglio e il tecnico non sa se rischiarlo o meno contro la Roma, visto che due giorni dopo deve giocare la sfida con il Barcellona in Champions League. Tornando all’azzurro, mentre Borini ha buone possibilità di andare, tra l’altro giocandosi il posto con il suo compagno di squadra Osvaldo, El Shaarawy è solo in attesa, perennemente sotto osservazione. Per la serie, se non è oggi, sicuramente sarà domani. Entrambi hanno il destino colorato d’azzurro. In questo è predestinato pure Borini. “Ho avuto qualche volta l’occasione di veder giocare Stephan, è un grandissimo, ha molta tecnica e fantasia. Anche se non abbiamo giocato insieme, lo considero uno molto bravo”, dice (a Sky) Borini di El Shaarawy.

Poi, sull’obiettivo Europeo. “Io ci credo, so che dipende da me, devo continuare a lavorare così, essere costante nei risultati e nelle prestazioni. Il Milan? È una grande squadra, lotta per lo scudetto, noi però non partiamo battuti. All’andata abbiamo fatto bella figura, dimostrando di essere all’altezza. Dobbiamo giocare come sappiamo fare, sempre all’attacco. Così si raggiunge il terzo posto e io vorrei superare quota nove gol”. Milan avvertito, e anche il rivale El Shaarawy.

Il Messaggero – Alessandro Angeloni

 

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