Boom stranieri, una norma cambia il calcio italiano

L’assalto del Napoli a Lukaku è la prova che il Decreto Crescita ha messo in fibrillazione il mondo del calcio (e non solo). Tutti i club sono attratti dai forti sconti fiscali all’orizzonte per i calciatori stranieri e per quelli italiani rimpatriati dopo almeno due anni all’estero. E come sempre accade in questi casi, il mercato corre veloce, si attrezza. Secondo la stesura iniziale, il nuovo tesserato ha diritto a pagare le tasse sul 30% dell’imponibile. Invece la soglia scende addirittura al 10% se va a lavorare in Campania, Abruzzo, Calabria, Basilicata e Sicilia: tanto per rimanere alla A, dunque, di questo super-incentivo possono avvalersi sia il Napoli, appunto, sia il neo-promosso Lecce. Non può avvalersi dei benefici del Decreto Crescita di sicuro Maurizio Sarri che ha lasciato l’Italia per una sola stagione, mentre il portoghese Fonseca ne avrebbe diritto se chiudesse l’intesa con la Roma. Tra i colpi in canna c’è Matteo Darmian, ormai da quattro anni al Manchester United: l’ex Torino ha ottenuto una sorta di via libera dal suo club e il possibile risparmio sui costi al lordo del suo ingaggio invoglia non poco. Da tempo si parla di un interesse dell’Inter, più che della stessa Juve, senza trascurare la Roma. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

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