Mercato Roma, Bertolacci: “Le voci fanno piacere, ma ora penso a finire bene la stagione”

Genoa CFC v Pescara - Serie A

Il centrocampista del Genoa Andrea Bertolacci è intervenuto in esclusiva a Radio 105, nel programma di Fox Sport. Queste le sue parole:

“Quando fai gol è sempre bello. Sei gol da centrocampista poi non sono male. Mancano ancora due partite però e spero di farne altri. La rete con l’Atalanta? Forse lo stop è stato uno dei momenti più importanti. Mi sono orientato bene e ho fatto finta di calciare. Il difensore è entrato, ho visto che ha aperto le gambe e gliel’ho fatta passare sotto. Lì però è arrivato il momento più difficile: quando vedi la porta e ti accorgi che stai per fare gol viene la paura. Ma ho visto il portiere che faceva il passo dall’altra parte e ho chiuso”.

Centrocampisti più forti in Europa?
Sicuramente Verratti, con cui ho giocato insieme. Lui ha grandissime qualità e merita il palcoscenico dove si trova. Un altro grandissimo è Fabregas, che giovanissimo giocava già titolare all’Arsenal. Lui ha fatto una grandissima carriera ed ha ancora tanti anni davanti. Non posso dire Gerrard perché ormai sta andando via da Liverpool, ma è stato uno dei migliori al mondo. Con Lampard si completavano alla perfezione, e infatti non si spiega come l’Inghilterra non abbia vinto con dei talenti così in squadra. Sono cose toccanti e dispiace che abbia lasciato. Giocatori come lui ce ne sono pochi.

Bandiere nel calcio?
Fa parte del lavoro cambiare maglia. Io sono cresciuto vedendo Maldini, Del Piero, Totti e diventato calciatore ho avuto la fortuna di giocarci contro. È bellissimo poter giocare con loro, perché da bambino li vedevo in televisione ed ora è una grandissima soddisfazione.

Il Barcellona?
Ho visto la semifinale di Champions League col Bayern. In cinque minuti hanno deciso la doppia sfida e mi ha impressionato la semplicità con cui l’hanno fatto. A chi mi ispiro dei blaugrana? A me piace tanto Iniesta. La classe di cui è dotato fa sempre la differenza.

I momenti che non dimenticherò mai?
Il primo gol in serie A, segnato poi alla Juventus, e l’esordio in nazionale. L’esordio contro l’Albania a Marassi è stata un’emozione unica. La convocazione? Ero in ritiro, mi si è avvicinato il team manager e mi ha detto che sarei dovuto andare a Coverciano.

La chat più bella su Whatsapp?
Con i compagni di squadra, ci ammazziamo dalle risate. Ma c’è anche quella con i miei amici, oppure quella con Florenzi e le nostre ragazze.

Sei gol stagionali, quattro nelle ultime cinque partite. Andrea Bertolacci è l’uomo del momento, l’asso nella manica di un Genoa che sogna l’Europa League. Cesena, Milan, Torino e Atalanta, l’ex Lecce non ha risparmiato nessuno. Anzi, una squadra sì: la Roma, quella che lo ha cresciuto. “Forse è un segno del destino”, scherza a ‘Gazzetta Tv’ il numero 91. E c’è da credergli, visto che ultimamente si è tolto lo smoking da centrocampista completo per indossare quello da bomber implacabile: “Da bambino avevo iniziato a giocare a calcio in casa tutto il giorno, così capitava che rompessi qualche bicchiere. Poi a 19 anni sono andato via di casa, da Roma, per completare la mia crescita e lo rifarei perché ho trovato continuità. Ora Gasperini sta esaltando le mie caratteristiche. Il mio futuro? Le voci fanno piacere ma io penso solo a fare bene con il Genoa nelle due partite che rimangono”.

Al telefono interviene poi Andrea Stramaccioni, che lo ha lanciato nelle giovanili della Roma: “Andrea ha fatto tutto da solo, io l’ho solo allenato in un momento sfortunato perché non veniva capito il suo potenziale. E’ stato sempre un ragazzo riservato”. Pronta la risposta del centrocampista: “Per me lui è stato importante, era un momento difficile ma mi ha dato subito fiducia. La Juventus? Ha una mentalità vincente, l’ha dimostrato anche sabato vincendo a Milano contro l’Inter dopo l’impresa di Madrid. Sono contento per loro, un’italiana in finale di Champions League fa sempre piacere. Inzaghi? Non vivendo da dentro la situazione non posso giudicare, sicuramente ci sono stati dei problemi. Dispiace perché il Milan è un club blasonato. Il mio modello in campo? Penso Iniesta, è uno dei centrocampisti più forti nel panorama internazionale”.

 

Gianlucadimarzio.com

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