Berdini: “Lo Stadio della Roma è una truffa. Per la mia libertà ho pagato un prezzo inaudito”

Paolo Berdini, l’ex assessore all’Urbanistica della giunta Raggi, ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Repubblica a margine della presentazione di un libro. Queste le sue parole, in particolare sullo Stadio della Roma:

Per la mia libertà ho pagato un prezzo inaudito. Le città non si fanno con affari come quello dello stadio della Roma. Neanche con i mercati generali dell’Ostiense. Mi è stato presentato un progetto inaccettabile, con tutti i pareri già dati. All’estero lo avrebbero stracciato. Il progetto di Tor di Valle è una truffa. Per me resta una bruciatura perché chi propone lo stadio è lo stesso che ha sbandierato la propria centralità alla Bufalotta sbandierate come le perline con gli indios. Si parlava di 300mila metri quadrati per fare uffici. Poi è arrivato un commissario ad acta perché il Comune prima con Marino e poi con la gestione prefettizia non rispondeva. Così gli uffici sono diventate abitazioni. Ecco… mentre faccio quell’operazione alla Bufalotta, a Tor di Valle chiedo il cambio di destinazione d’uso da agricolo a non residenziale. In quale altra città del mondo avviene questa truffa? Questa è stata la mia e prima ultima esperienza pubblica. Sono d’accordo che la politica vada messa sul banco degli imputati. Peraltro ci ho lasciato le zampette… resta l’assoluta mancanza di cultura politica che ho trovato di fronte a me. Ma anche qualcosa di più profondo: lo Stato è muto nei confronti del destino della capitale e dei suoi giovani. Così siamo condannati ad andare a fondo. Come si rimette in piedi questa città sbrindellata? Serve un sistema di trasporto su ferro più capillare. Mezzi nuovi e non inquinanti per permettere alle famiglie di vendere una delle due auto che hanno. Poi c’è una questione sociale: i nostri 200mila cervelli, gli studenti delle nostre università… per portare la Città della Scienza al Flaminio è bastato un comitato cocciuto. Occupa un ettaro e a Tor Vergata, Vela di Calatrava o meno, ce ne sono 300 pubblici e liberi. Perché non fare un’operazione di qualità? Non c’è l’ambizione di pensare che la città possa ancora diventare qualcosa di meraviglioso“.

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