E’ già tempo di bilanci a Trigoria dopo la falsa partenza in campionato della Roma. Zeman, i giocatori, la società: tutti sul banco degli imputati dopo la figuraccia di sabato scorso contro la Juve, ma, realmente, a chi vanno attribuite le maggiori responsabilità di questo periodo sciagurato (per usare un termine caro a Sabatini)?
“Soldi e ribaltoni non sono bastati”, è il titolo forte del Corriere dello Sport: 106 milioni spesi in 3 sessioni di mercato per portare a casa 29 nuovi giocatori. Non è in discussione la capacità finanziaria della Roma – leggiamo nell’articolo di Roberto Maida – ma la qualità delle scelte dei manager, Baldini e Sabatini. “La Roma si spacca ma Zeman resiste”, leggiamo dalle pagine di Tuttosport: cambiano i calciatori, i tecnici, le filosofie di gioco ma la nuova Roma formato Usa sembra non trovare pace. In campo e fuori. E questo, nonostante all’esterno si voglia trasmettere l’idea di un club (e quindi proprietà, dirigenza, tecnico e squadra) coeso, unito e convinto delle proprie idee. In realtà qualche crepa è già evidente. Nonostante tutto Zeman non è in discussione. Così Il Messaggero: “Roma, follie di mercato”. Nel pezzo a firma di Ugo Trani è ancora la dirigenza ad essere puntata: il caso più eclatante riguarda Lamela, arrivato a Roma la scorsa estate in cambio di 20 milioni. L’argentino non ha ancora mostrato quanto di buono veniva detto di lui, il flop tecnico ed economico è stato clamoroso.
Gianfranco Giubilo, editorialista del Il Tempo, nel suo articolo “A Trigoria tutti colpevoli, tutti innocenti”, evidenzia il momento di assoluta confusione in seno alla dirigenza giallorossa. “Roma, da progetto a cantiere ancora troppo aperto”, titola la Gazzetta dello Sport. Secondo Andrea Pugliese, che fotografa così i giocatori capitolini – “discontinui in campo, instabili fuori” -, sono discutibili le scelte tattiche, tecniche e di mercato. Ancora dalle pagine del quotidiano sportivo milanese, a firma di Massimo Cecchini, leggiamo: “Mercato, tattica e litigi: la Roma si divide”.
Tra i più bersagliati dalla critica figura Daniele De Rossi: non sono andate giù le sue dichiarazioni nel post di Juve-Roma. “De Rossi, coerenza e onestà non pagano più”, titola il Corriere della Sera.
E se il progetto della Roma fatica a prendere piede, Baldini e Fenucci potrebbero decidere di fare un passo indietro. Dal Corriere dello Sport: “Baldini torna a Londra: va al Tottenham”. Oltre al d.g., che starebbe pensando all’addio visto il progressivo depotenziamento cresciuto con le sempre maggiori responsabilità e deleghe di Pannes, Sabatini ha il contratto in scadenza mentre Fenucci, che secondo il sito ufficiale del club non è più neanche a.d. ma gli è rimasta solo la delega per il nuovo stadio, avrebbe già trovato un nuovo incarico nel Milan. Così Il Messaggero: “Fenucci va al Milan”.
Della crisi della Roma hanno parlato gli ex, un tempo alle dipendenze di Zeman: da Candela a Delvecchio, da Aldair a Rambaudi, fino a Tommasi e Gautieri. Da Il Tempo: «Questo non è Zeman». «Falso, gli serve solo tempo». Così sulla Gazzetta dello Sport: “Candela: «Roma inesperta, di Zeman c’è poco. E non vedo stelle»”.
Si torna a parlare di stadio. “Tor di Valle: stadio oppure cimitero”, scrive la Gazzetta dello Sport. Il tema viene trattato anche sulle pagine de Il Romanista: “Legge sugli stadi ferma, ma la Roma si muove”.