Amarcord, 17 marzo 1985: il volo del Principe e il gol di Nela

Pagine Romaniste (A. Ferrantino)“Domani non gioco, mi fa male il ginocchio. Tocca a te. Farai gol”, gli disse Paulo Roberto Falcao. Un’intuizione divina che si rivelò esatta. Il giorno dopo, a soli 20 anni, siglò la sua prima rete in Serie A in casa della Juventus. Così ha inizio la carriera di uno dei più grandi capitani che la Roma abbia mai avuto. Nils Liedholm l’aveva fatto esordire a 17 anni, troppo presto. Lui però non si perse d’animo e qualche anno più tardi conquistò un posto fisso in prima squadra. Fu il Barone a farlo esplodere, inventandolo addirittura goleador da 11 gol nel campionato 1987-88. “Solo Rivera era più svelto di lui nell’imparare”, diceva Liedholm. La sua foto era nella stanza del futuro campione d’Italia 2001: Francesco Totti. All’età di 14 anni sarebbe potuto andare al Milan ma per fortuna Giorgio Perinetti convinse il Presidente Viola a trattenerlo a Roma, nella squadra della sua città.

Una delle partite dove Giuseppe Giannini diede sfoggio delle sue qualità tecniche, seppur non trovando la via del gol, fu quella del 17 marzo 1985. Era la Roma di Clagluna ed Eriksson. I giallorossi si presentarono al match contro la Juventus con una striscia negativa di tre sconfitte di fila. La squadra non girava bene e l’etichetta del un nuovo gioco liberamente ispirato al vecchio football, di cui si facevano portavoci il mister e il direttore tecnico, non portò i frutti sperati. In quel 17 marzo 1985 Falcao seguì da spettatore il match a la Roma, priva dei suoi uomini migliori – tra cui Maldera, Conti e Pruzzo -, si affidò ai piedi di Giannini e al fiuto del gol di Ciccio Graziani. Il Principe sapeva come segnare alla Juventus ma quel giorno la porta bianconera sembrava stregata. Ogni pallone che calciava sembrava essere deviato anche dal vento.

La partita infatti si concluse con un beffardo 1 pari: Boniek per i bianconeri e Nela per i giallorossi. Giannini diede nuovamente prova del suo spessore tecnico, delle sue abilità da assistman e del suo carisma. Il Grande Principe in mezzo ai due Re. Capitano e tifoso in campo. Lui fu l’MVP di quel match ma il destino è stato beffardo. Se non fosse stato per la mano invisibile del fato avrebbe segnato e fatto inchinare la Juventus all’Olimpico dinanzi al popolo giallorosso.

ROMA: Tancredi, Oddi, Bonetti, Ancelotti (87′ Buriani), Nela, Righetti, Chierico, Cerezo, Iorio, Giannini, Graziani
A disposizione: Maglioglio, Lucci, Di Carlo, Antonelli
All.: Eriksson

JUVENTUS: Bodini, Favero, Cabrini, Pioli, Brio, Scirea, Briaschi, Bonini, Rossi (54′ Vignola), Platini, Boniek
A disposizione: Tacconi, Caricola, Prandelli, Koetting
All.: Trapattoni

MARCATORI: 54′ Boniek, 67′ Nela
Arbitro: Agnolin

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