Il Messaggero (A. Angeloni) – Vai a capire se poi conterà di più uscire indenni dagli scontri diretti o se, come spesso accade, la differenza la farà non perdere punti con le piccole. Il campionato sta per riaprire le sue finestre, sette sorelline si affacciano e guardano in là.
Chi verso lo scudetto, il Napoli su tutte, e dietro il Milan con le speranzose Juve e Inter; chi, come Lazio, Roma e Atalanta – arbitre dello scudetto – osservano più concretamente la linea che traccerà la differenza tra chi ce l’ha fatta e chi no, tra chi salirà il gradino più alto dell’Europa, ovvero la Champions, o dovrà accontentarsi del purgatorio delle Coppe di scorta. Una questione di soldi, oltre che di prestigio, mica poco. Si riparte il 4 gennaio e fino alla prossima sosta, il 19 marzo, non ci si fermerà. Dodici giornate con quindici grandi sfide, solo la quarta di ritorno non ne contiene.
La prima di ritorno apre di nuovo col Napoli in prima fila: ospite del “Maradona”, la Roma di Mourinho, che ha il dovere di tornare in Champions, un obiettivo per forza Special. La Roma oltre al Milan e al Bologna arriverà a Fuorigrotta dopo aver giocato contro Fiorentina e Spezia, visto che non si vive di soli big match: la Roma ha battuto l’Inter e ha pareggiato con la Juve ma ha lasciato i tre punti a Napoli, Lazio e Atalanta. Meglio affrontare le “piccole”, a quanto pare.
La quarta di ritorno è di scarico: Spalletti va dal Sassuolo, il Milan dai fratellini del Monza, l’Inter riceve l’Udinese, la Lazio viaggia verso Salerno e Roma con Atalanta ospitano Hellas Verona e Lecce. Alla quinta di ritorno, derby di Torino e sfida tra Milan e Atalanta. Cinque scontri diretti nelle ultime tre giornate prima degli appuntamenti con le Nazionali, in campo per le qualificazioni a Euro 2024. Mou ospita la Juve e va al riposo con il derby, mentre la squadra di Spalletti riceve la Lazio e l’Atalanta.