Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) — In una Trigoria trasformata dalle ultime ristrutturazioni volute dai Friedkin, ieri mattina Claudio Ranieri ha ricevuto il premio Giuseppe Colalucci, che quest’anno taglierà il traguardo dell’undicesima edizione. Ieri prima dell’allenamento una delegazione della giuria del premio, composta da Guido D’Ubaldo, Andrea Garibaldi e Alessio Di Francesco, ha incontrato l’allenatore della Roma presso il Centro Sportivo Fulvio Bernardini, quartier generale della squadra giallorossa a Trigoria e gli ha consegnato la targa con la motivazione di “premio speciale alla carriera”. Ranieri, visibilmente soddisfatto, ha gradito il premio che avrebbe dovuto già ritirare negli anni passati. «È il momento giusto per questo prestigioso riconoscimento perché questa volta sono giunto davvero alla fine della mia carriera di allenatore». Nessun riferimento al suo successore, a Trigoria le decisioni di Friedkin sono top secret per tutti. E Ranieri ha troppa esperienza per affrontare ancora l’argomento.
Il tecnico, prima di avviarsi a dirigere l’allenamento, ha ribadito il suo pensiero sulla questione del Var a Bergamo, che ha annullato il rigore assegnato da Sozza per l’intervento su Konè. È rimasto un po’ sorpreso dalla replica che è arrivata nei giorni seguenti dalla classe arbitrale alle sue critiche. Scherzando con i giornalisti, ha detto: «Hanno aspettato le ultime giornate per farmi arrabbiare. Se ci spiegano che il protocollo Var va applicato in un certo modo, poi fanno il contrario e lo rivendicano pure una reazione come la mia è il minimo».
Domenica la Roma affronterà il Milan all’Olimpico. Sarà l’ultima partita di Ranieri da allenatore davanti ai suoi tifosi. «Non sapevo di questo traguardo, in Inghilterra mi avevano premiato per un altro record di presenze, ma credo che loro avessero fatto un calcolo complessivo». Ci tiene a chiudere bene la stagione, nella quale ha già ottenuto risultati straordinari: «Dobbiamo dare il massimo nelle ultime due partite, contro Milan e Torino, poi quel che sarà, sarà. Non ho visto la finale di Coppa Italia, anzi, per essere preciso ho visto solo l’ultimo quarto d’ora. Ma se il Milan sarà arrabbiato dopo questa sconfitta noi lo saremo ancora di più».
Il premio Giuseppe Colalucci nasce dall’idea del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, per ricordare la figura dell’avvocato/giornalista storico direttore del Tifone, che dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta animò fortemente il panorama dell’informazione della Capitale.