Roma e il triplo Nainggolan tra gol, tatuaggi e un sogno…

La Gazzetta Dello Sport (A.Pugliese – C.Zucchelli) – Genova nel destino, quando i tatuaggi erano di meno, i figli anche, la cresta ancora non c’era e in Belgio di lui si parlava poco o quasi nulla. Tre anni fa, di questi tempi Radja Nainggolan cambiava vita, con la Liguria davanti agli occhi: da Cagliari a Roma, il 7 gennaio 2014 arrivava l’ufficialità del trasferimento, l’8 — oggi — la prima convocazione con Rudi Garcia, il 9 l’esordio in campo in Coppa Italia contro la Sampdoria. Dal 2014 al 2017, da quello che doveva essere il primo rinforzo per il centrocampo (ma Radja già aveva capito tutto, tanto da dire nella prima conferenza: «Non sono qui per fare la riserva»), a quello che, invece, è diventato il centrocampista più presente degli ultimi anni: 133 presenze complessive, gliene mancano appena 4 per superare le 137 accumulate negli anni con il Cagliari e se dovesse giocare oggi, domenica prossima a Udine e in Coppa Italia proprio contro la Sampdoria (il 19), arriverebbe al traguardo delle 137 gare in giallorosso proprio contro la sua ex squadra. Corsi e ricorsi, per un calciatore che in tre anni si è innamorato di Roma e della Roma.

ANNI INTENSI – Quando ha lasciato Cagliari, Radja ha scritto una lettera aperta alla città e ai tifosi rossoblù. La moglie è sarda, la prima figlia, Aysha, è nata proprio lì, la seconda invece, Mailey, è romana, come ormai lo sono diventati un po’ anche mamma e papà, che qui hanno aperto un negozio e vivono completamente la città, di giorno e di notte. Nainggolan, del resto, non ha mai fatto niente per nasconderlo, ma a fronte di una vita non proprio da monaco tibetano, in campo in questi anni ha offerto un rendimento quasi sempre perfetto. In tutto sono diciassette i gol messi a segno in questo periodo di tempo vissuto in giallorosso, tra i centrocampisti che hanno giocato nella Roma nello stesso suo periodo meglio ha fatto solo Miralem Pjanic con 20. Ma rispetto al bosniaco (tra l’altro grande amico di Radja), quelli del belga sono arrivati tutti su azione, senza calci da fermo. Nel frattempo, dal 2014 ad oggi i suoi tatuaggi sono cresciuti (il più evidente è la rosa sul collo), i capelli sono stati rasati e poi con la cresta (ovviamente di vari colori), il ruolo si è modificato, da mezzala a regista (più raramente), fino a trequartista, dove lo vede Spalletti.

BELGIO E CHELSEA – Al netto di rapporti non sempre idilliaci con i c.t., Nainggolan grazie alla Roma (e al suo gioco) ha conquistato la nazionale belga, non ce l’ha fatta a partecipare al Mondiale ma all’Europeo è stato il migliore della sua spedizione e i maggiori club europei si sono interessati a lui. Su tutti, il Chelsea. Nainggolan ha preferito però restare a Roma, aspetta l’aumento di ingaggio che la società gli ha promesso, oggi intanto mette un altro tassello alla sua storia italiana: scendendo in campo, il Genoa diventerà, con Fiorentina e Napoli, la squadra che ha affrontato più volte, 14. Nove le vittorie, 4 le sconfitte, nessun pareggio. Mantenere la tradizione e conquistare i tre punti sarebbero il modo migliore per festeggiare il suo terzo compleanno con la Roma.

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