Pecoraro nuovo procuratore FIGC

Pecoraro Giuseppe prefetto Roma

La Gazzetta dello Sport (R.Palombo) – Il cambio della guardia avverrà all’inizio del 2016, senza aspettare la fine della stagione calcistica. Giuseppe Pecoraro, 65 anni, già prefetto di Roma dal 30 novembre 2008 al 2 aprile 2015, sarà il nuovo capo della Superprocura della Federcalcio. Prenderà il posto di Stefano Palazzi, 55 anni, che quel posto ha rivestito per dieci anni. E’ una staffetta che almeno nelle intenzioni di Tavecchio dovrebbe essere indolore. A Palazzi, che ha avuto a che fare da Calciopoli in poi con tutti i maggiori (e frequenti) scandali del calcio italiano verrà infatti riservata un’uscita di scena solo parziale e con l’onore delle armi. Per lui è infatti prevista una destinazione operativa all’interno della Federazione, cosa che magari non piacerà più di tanto al generale Cataldi, il capo della Superprocura del Coni che con Palazzi ha sempre intrattenuto rapporti a dir poco conflittuali, e a qualche notabile dello sport italiano, cui Palazzi è andato di traverso ormai da anni.

Quanto a Pecoraro, assai gradito ai piani alti del Coni, doveva prendere il posto di Palazzi fin dal luglio scorso, ma due fattori ne congelarono la candidatura: da una parte le inchieste sul calcio delle procure di Catania e Catanzaro che costrinsero Palazzi ai soliti straordinari estivi, dall’altra gli scandali relativi a “mafia capitale” consumatisi per la maggior parte proprio negli anni in cui Pecoraro era prefetto di Roma. Un biglietto da visita non proprio da stropicciarsi gli occhi. Il tempo, tuttavia, ha lavorato per Pecoraro uscito a testa alta da tutta una serie di approfondimenti. Al punto da indurre a quell’accelerazione irrituale che lo porterà ai vertici della Procura del calcio con l’inizio del nuovo anno solare, quando si procederà anche alla riforma voluta da Tavecchio con lo scorporo di tutta l’area giustizia dei Dilettanti che sarà divisa in tre sezioni (Nord, Centro, Sud).

Tra Palazzi e Palazzo (di vetro) il rapporto non è stato mai facile, in particolare per via di certe esasperanti lentezze (ultimo caso: De Rossi deferito il 30 settembre per il gestaccio nel derby del 24 maggio), ma di una cosa gli va reso merito: l’assoluta riservatezza, che in un mondo di urlatori, chiacchieroni e sussurratori, ha fatto di lui un soggetto più unico che raro.

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