Conte si affida agli «stranieri»

++ Conte,pensiero dimissioni? No, ne ho avuti altri... ++

Il Tempo (S. Pieretti) – Dalla provincia al West. Il ct azzurro Antonio Conte riparte da sette «stranieri» e quattro italiani di seconda generazione; c’è il blocco Juve, poco Milan, pochissima Inter, c’è più Sampdoria che Napoli. Ci sono soprattutto calciatori che militano in campionati stranieri perché la serie A resta italiana solo nel nome; anche nell’ultima sessione di calciomercato sono stati acquistati ottantadue giocatori stranieri che hanno incrementato ulteriormente la colonia di calciatori non azzurrabili. I venti club della serie A continuano a ignorare il problema legato alla Nazionale, acquistano all’estero ignorando i giovani talenti italiani dei campionati minori. I più bravi cercano un ingaggio lontano dal Bel Paese: Pirlo, Giovinco, El Shaarawy e Darmian hanno preferito lasciare l’Italia, seguendo ciò che in passato avevano fatto Verratti, Sirigu, Pellè e Immobile.

È l’Italia degli emigranti, dei paisà del terzo millennio che rispondono al richiamo della Nazionale per amor di madre patria: ma che contributo tecnico riusciranno a dare nel lungo periodo? Tre giocano in Francia, in un campionato non eccelso, altri due (Pirlo e Giovinco) hanno sposato il progetto della Mls per provare a far decollare – per l’ennesima volta – il campionato statunitense: difficile immaginare che possa essere un torneo performante. La serie A continua a essere un campionato poco allenante, con ritmi troppo bassi rispetto al resto d’Europa. Anche qui, il contributo degli allenatori (quei pochi che allenano calciatori azzurrabili) è stato miserrimo, perché è soprattutto la provincia che punta sui calciatori italiani, e in provincia, prima di tutto, ci si deve salvare. Non cambia la cultura del calcio italiano, non cambiano i risultati delle squadre di club, per quale motivo dovrebbero cambiare i risultati della Nazionale?

Il commissario tecnico ha preso a cuore il suo incarico, durante l’estate ha fatto un restyling delle selezioni giovanili, ha scelto i tecnici delle squadre Under, si sta spendendo moltissimo per la causa, ma se i club non inizieranno a collaborare potrebbe essere un super lavoro inutile.

Ora la Nazionale è chiamata a giocare due partite in quattro giorni: valgono tanto, valgono la qualificazione ai prossimi Europei di Francia. Le avversarie sembrano alla portata, ma di questi tempi è bene evitare cali di concentrazione. Gli azzurri continuano la preparazione in vista della prima sfida contro Malta in programma domani sera a Firenze, il ct Conte – visti i due incontri ravvicinati – dovrà utilizzare quanti più uomini possibili, e soprattutto allontanare le scorie di mercato che potrebbero aver condizionato questi giorni di ritiro. Il sampdoriano Eder è uno di quelli che è rimasto col fiato sospeso fino alla fine.

«È stato difficile mantenere la concentrazione – afferma il doriano – sono stato tutto il tempo al telefono. Della Sampdoria non parlo, sono contento di essere qui e di far parte di questo gruppo – spiega in conferenza – darò il mio meglio ogni qual volta sarò chiamato in causa. Non so se sarò titolare, mi metto a disposizione del mister. Questa Nazionale ha giocatori giovani e altri esperti, lavorando seriamente possiamo centrare grandi obiettivi». Oggi doppio allenamento a Coverciano, domani sera (RaiUno 20.45) al Franchi di Firenze la sfida contro la nazionale maltese allenata da Pietro Ghedin. Guarda caso un altro emigrante.

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