Van Der Meyde: “La mia ex squadra può vincere la Coppa, Gravenberch il meglio”

La Gazzetta dello Sport (F.Pietrella) – Dici “Dutch Sniper” e ti viene in mente lui: Andy Van der Meyde. Sregolato, indisciplinato, uno “zoo dentro casa per colpa della moglie” e problemi più gravi ora superati: alcol, depressione, droga. Ex ala di Inter e Ajax dai colpi speciali, nel 2003 fulminò la Roma all’Olimpico dopo 33 secondi. One shot. “Salto l’uomo e calcio col destro: palla all’incrocio. Sapevo che avrei fatto gol“. Festeggiato imbracciando un fucile immaginario.

Perché quell’esultanza?
Per gioco. Una volta sparai in aria con alcuni cacciatori, avevano ospitato me e la mia ex moglie in una fattoria.

A proposito di Roma, ricorda la partita dell’Olimpico?
Impossibile dimenticare, ero immarcabile (ride, ndr). Marzo 2003, seconda fase a gironi. Io, Maxwell, Pienaar, Chivu, Van der Vaart, Ibra. Ci chiamavano i ragazzi terribili, sfrontati e forti. Bei tempi.

Questo Ajax le ricorda il suo?
Un po’ sì. È pieno di talento. Pensi a Antony e Neres, quante altre squadre hanno due ali così? Poi Brobbey, Tadic, Martinez, Klaassen. Ten Hag ha plasmato una sorta di Barça all’olandese.

Quindi la Roma ha poche speranze?
L’Ajax è favorito, può vincere l’Europa League. La sua miglior qualità è il gioco di posizione: i giocatori occupano tutto il campo e l’idea di base è quella di dominare il gioco. Tanti tocchi, pressing costante e palla agli esterni, imprevedibili, dribblomani e veloci.

Il maggior talento?
Ryan Gravenberch. 18 anni, tuttocampista, se fossi una big lo prenderei subito.

Pronostico secco?
Vince l’Ajax, ma senza goleade. Anche la Roma è tosta.

Lei ci è mai stato vicino?
Nel 2005, dopo l’Inter. Niente di concreto però. Ho sfiorato anche la Juve. Mi voleva Capello, ma scelsi l’Everton.

Se le dico Ibra a cosa pensa?
Alle famose corse in macchina per Amsterdam. Zlatan aveva una Mercedes, Mido una BMW. Ogni tanto prendevano le auto e si sfidavano ad alta velocità. Eravamo ragazzi…

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