Vai, Roma: riecco Rüdiger. La difesa ritrova i pezzi

rudiger

La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – A ricordarlo una volta di più, semmai ce ne fosse stato bisogno, ci ha pensato domenica sera Luciano Spalletti, in una delle tante domande sulla difesa. «Non ci dimentichiamo che allo stato attuale mi mancano tre potenziali titolari: Rüdiger, Mario Rui e Vermaelen». Già, in effetti tanta roba, sulla carta la difesa titolare con l’incastro di Manolas e lo spostamento di Rüdiger a terzino destro. Una falla profonda nella gamma delle scelte di Spalletti, falla che però potrebbe iniziare a restringersi a breve, magari anche per la fine di questo mese.

RIENTRO VICINO – Già, perché se per Mario Rui si tratta di aspettare almeno fino al 2017 prima di sperare di rivederlo in campo, Rüdiger invece sembra essere alla fine del suo calvario. Oramai ha ripreso a correre ed anche a toccare la palla e in questi due giorni di stop totale della prima squadra (ripresa fissata giovedì), lui sarà a Trigoria a continuare a lavorare. Da solo e con la Primavera, in attesa magari di potersi riaggregare alla prima squadra anche prima della sfida di Napoli, il 15 ottobre. Poi ci vorranno almeno un altro paio di settimane per tornare a disposizione completa dell’allenatore, ma ormai il peggio sembra davvero alle spalle. E ne sarà felice Spalletti, che con il ritorno del gigante tedesco può davvero prendere in considerazione di virare in corsa verso la difesa a tre, se dovesse servire.

BUIO PERENNE – Se Rüdiger sorride, Vermaelen proprio non ci riesce. Quel fastidio all’adduttore manifestatosi ad inizio settembre si è poi rivelato quello che si temeva e cioè pubalgia. E così il belga non gioca una partita da Cipro-Belgio del 6 settembre, mentre l’ultima in giallorosso risale addirittura ad oltre un mese fa, la sfida di Cagliari del 28 agosto scorso. In verità una fiammella si era accesa prima della sfida di Plzen, tranne poi spegnersi nella rifinitura. Ed ai tifosi che domenica lo hanno incontrato prima al Roma Store e poi nel piazzale dello stadio Olimpico, Thomas Vermaelen ha detto: «Tornerò presto». Quantificare quel presto però è dura, perché la pubalgia è una brutta bestia: così il centrale alterna terapia conservativa a lavoro sul campo e in questa settimana proverà a forzare per vedere se, in vista della trasferta di Napoli, potrà almeno lavorare con i compagni. La Roma ci conta, ci spera. E il Belgio anche, nonostante nessuno a Bruxelles si sia sognato di convocarlo per questa sessione di gare: «La sua assenza, così come quella di Kompany, darà modo ad altri giocatori di mettersi in mostra», ha detto il c.t. Martinez. D’altronde, che i muscoli di Vermaelen siano fragili lo dimostrano le oltre 150 partite saltate per infortunio dal 2009 e non è che a Roma le cose siano andate molto meglio fin qui: appena tre gare giocate, una dimenticabile in Champions League contro il Porto (espulsione dopo 41’) e due in campionato, contro Udinese e Cagliari. La sua assenza nel frattempo ha permesso a Spalletti di scoprire Fazio: doveva essere il quarto centrale, ora è titolare al fianco di Manolas. Ma è certo che il regista difensivo — e mancino — che Spalletti voleva per adesso è rimasto un miraggio.

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