Una difesa a tre e mezzo per blindare la Roma

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La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Partiamo da quaggiù, dalla base. Luciano Spalletti ha scelto di sporcarsi le mani con la Roma: ma quale imbiancata, ma quali ritocchi, l’impianto andava ributtato giù e ripensato daccapo. Lezioni di fase difensiva, tracce di Roma che sarà: è qui che si vede il primo grande intervento del nuovo allenatore. È in una difesa che conosceva solo un modo di svolgere il proprio lavoro: alzare il baricentro e cercare l’anticipo sull’attaccante avversario, anche fin dentro la metà campo avversaria. E se poi questo non avveniva, segno della croce — almeno per chi crede — e via così. Spalletti ha preso e rigirato la frittata. Vi spiego come si difende. E vi spiego, soprattutto, che si può difendere anche in più modi. Linea a quattro, linea a tre, «difesa a tre e mezzo», come l’ha ribattezzata Spalletti.

ERVIN MEZZO E MEZZO – Il mezzo fa di nome Ervin, diventato in poche ore la chiave della linea difensiva. Zukanovic mezzo centrale e mezzo terzino, il totale fa uno: il giocatore giusto — per caratteristiche — per passare da un’azione all’altra dalla difesa a tre a quella a quattro. Non sarà Benatia, non si avvicina al marocchino che fu e a quello che poteva tornare da queste parti, sicuro. Ma per Spalletti diventa utilissimo per fare da angelo custode a uno degli esperimenti tattici del nuovo allenatore. El Shaarawy tutta fascia, alla Bernardeschi per citare la Fiorentina, è storia possibile solo se a coprire le spalle al Faraone c’è Zukanovic, bravo a scalare di qualche metro fin sulla fascia per diventare terzino a tutti gli effetti. E così va: centrale quando il pallone ce l’ha la Roma, terzino quando ad attaccare sono gli altri.

TONI TORNA A CASA – Così sarà pure stasera per Zukanovic, in una difesa che proverà l’effetto che fa a giocare senza Manolas: è la prima volta che accade in campionato. Ed è anche il motivo per cui Rüdiger tornerà a fare il lavoro per cui era stato acquistato. Il tedesco tornerà centrale, dopo aver stupito positivamente da esterno destro contro il Frosinone. Spalletti ha scoperto un jolly. Uno che se addestrato tatticamente nella giusta maniera può diventare ancor più affidabile di quanto i primi mesi romani abbiano fatto credere. Alla guida, stasera, ci sarà sempre De Rossi, nel cuore di un ruolo per lui mica sconosciuto. Il tutto per provare a dare segnali tangibili di una crescita collettiva. Perché la Roma di Spalletti ha sempre subito una rete: Verona, Juventus, Frosinone, mai la porta imbattuta. Sassuolo è un esame impegnativo, superarlo sarebbe la certificazione di quanto detto da Spalletti anche ieri: «È importante lavorare in un certo modo durante la settimana per fornire una prestazione». Lavoro che coinvolge tutti, pure i giovani. In panchina, stasera, ci sarà spazio anche per Eros De Santis, esterno destro classe 1997, alla prima convocazione. Il laboratorio è aperto.

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