Il Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Di certo non è facile neanche per Chris Smalling che da tre mesi non riesce più a giocare una partita di calcio ma neanche allenarsi con i propri compagni. Colpa dell’infiammazione al tendine con cui combatte da tempo, colpa anche della sua poca resistenza al dolore (cit. Mourinho) che lo costringe a dare forfait come avverte il primo principio di fastidio.

Domani l’inglese segnerà un brutto record in negativo della sua avventura alla Roma cominciata nel 2019: 365 giorni di stop totali è come se per un amo intero il centrale non ci fosse mai stato. Oltre all’anno perso da quando è alla Roma, Smalling ha saltato addirittura 80 partite. E non sono poche, soprattutto se ne ha giocate 146. Vuole dire che in media ne salta circa una tre. Una beffa vista la qualità del giocatore, il migliore dei centrali di difesa che ha avuto a disposizione la Roma negli ultimi anni. Una beffa questo ultimo infortunio soprattutto viste le ultime due stagioni di livello del centrale che sul campo si è conquistato il rinnovo fino al 2025.

Ecco perché Mourinho spera in un regalo da parte della sua società, un acquisto a gennaio di un difensore centrale per sopperire non solo all’assenza di Smalling (e il recupero graduale dell’albanese) ma anche a quella di NDicka che a gen naio disputerà la Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio. Poi, quando rientrerà Smalling, sarà tutto di guadagnato: ma da quel momento in poi il centrale diventerà un elemento in più della rosa, non certo un punto di riferimento. La Roma non può più permetterselo.