Trionfo Lazio, Roma schiantata. Giallorossi molli, fallito l’assalto al quarto posto. E Inzaghi gode

Senza appello e senza discussioni. La Lazio ha stravinto il derby con merito. Tre a zero rotondo, con una sua logica tecnico-tattica. Roma cucinata a fuoco alto per un tempo, il primo, poi irretita e travolta di rimessa. Ha vinto il coraggio di cambiare, ha perso la conservazione: Simone Inzaghi ha osato con Luis Alberto e Correa insieme titolari; Eusebio Di Francesco è rimasto ancorato al solito canovaccio. Per la Roma una botta devastante a pochi giorni dal ritorno contro il Porto in Champions: in caso di eliminazione sarà di nuovo caciara, caccia al colpevole, “rosolatura” dell’allenatore e contestazione del presidente “amerikano”. La Roma si è illusa di essere ritornata in controllo, ha alimentato dentro di sé l’insidioso convincimento che in qualche modo ce l’avrebbe fatta a risalire sulla zattera del derby. La chimera ha raggiunto l’apice nella ripresa, con l’ingresso di Pastore. Lì ci sono stati cinque-sei minuti ingannatori, complici un paio di giocate dell’argentino misterioso. Una lunga serie di corner, la Lazio all’angolo e non per metafora. Sembrava che l’1-1 fosse questione di attimi e la Roma in effetti è andata a tanto così dal pari, ma Pastore ha messo fuori da pochi passi. Proprio lui, l’argentino che è stato preso per decidere e che fin qui non ha deciso nulla. Sull’irrisolutezza di Pastore la Roma si è accartocciata e si è consegnata a un destino inglorioso. Inzaghi ha chiuso il cerchio, l’ha reso perfetto. Ha tolto Caicedo e Luis Alberto, le probabili riserve della vigilia, e li ha sostituiti con Immobile e Parolo, i “falsi” titolari del venerdì. Immobile ha trasformato il rigore del 2-0. Cataldi, il terzo cambio di Inzaghi, si è incaricato del 3-0. La partita perfetta di Simone Inzaghi e un’altra disfatta per Di Francesco, che a questo punto non ha scelta: eliminare il Porto, per evitare l’eutanasia della sua Roma. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.

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