Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Il tifoso davanti alla tv, per una volta lo ha fatto lui, emozionandosi a ogni colpo di classe. Puro talento dispensato al mondo intero. E alla fine della finale di Wimbledon – che con 8 vittorie sull’erba inglese ha mandato Roger Federer ancora di più nella storia dello sport – Francesco Totti ha preso il telefonino e ha mandato un messaggio all’amico. Poche parole, perché tra campioni ci si intende al volo, ma sincere come sempre. Federer compirà 36 anni il prossimo 8 agosto, Totti ne farà 41 il 27 settembre. Roger dice che per continuare a giocare fino a 40 anni dovranno metterlo a dormire dentro un freezer, Francesco ha dovuto smettere perché per qualcuno che faceva il romanista, ma che poi è diventato interista in un baleno, era troppo vecchio. Come se il talento avesse la carta d’identità.
Totti e Federer sono amici. Ogni volta che lo svizzero ha giocato gli Internazionali di Roma è andato in onda un rituale: lo scambio delle maglie tra i due campioni. A Francesco il tennis piace, a Roger piace il calcio. Ma quello che li ha uniti è il dono del cielo più prezioso che possa capitare a un uomo: vivere come professione la propria passione, trasformare il divertimento in lavoro quotidiano. È per questo che per Totti è stato così difficile smettere. Tutti a dargli buoni consigli, ricordandogli che è meglio ritirarsi quando si è ancora sulla cresta dell’onda. Pochissimi a capire che ritirarsi – per un campione – non vuole dire andare in pensione ma abbandonare il sogno per sempre.
Ecco perché Francesco ha anche pensato l’incredibile: continuare la carriera altrove, almeno per un altro anno, perché si sentiva ancora calciatore e non dirigente. In quella tentazione hanno provato a inserirsi squadre del campionato americano (New York e Miami) e di quello giapponese. Il Tokyo Verdy, club blasonato ma che attualmente gioca in J League 2, la seconda serie, si era fatto avanti con una proposta a molto ricca, stando a quello che il presidente Hideaki Hanyu ha raccontato al quotidiano Nikkan Sport: «Avrei desiderato davvero vedere Totti vestire la maglia del Verdy, ero pronto a volare in Italia, ma alla fine non siamo riusciti a ottenere la benedizione della sua famiglia». Secondo Hanyu, insomma, è stata Ilary Blasi a dire di no.
La verità è che Totti è rimasto molto amareggiato dalla fine della sua carriera, ma non ha voluto vivere nemmeno un istante con un’altra maglia. L’incredibile calore dimostrato dai tifosi giallorossi durante la sua ultima partita con la maglia giallorossa, contro il Genoa, lo ha ripagato di qualche incomprensione di troppo con la dirigenza e con lo staff tecnico. In questo le strade di Federer e di Totti sono state diverse. Uno ha scelto uno sport individuale e ha sempre potuto decidere per se stesso, l’altro no. E per una volta – probabilmente solo per una – Francesco è stato un po’ invidioso di Roger. E poi si è messo subito ad applaudire una volée.