Gazzetta dello Sport – Totti cerca il 30 e lode. Passano i derby, ma lui c’è col brivido

Pigro a chi? Sarà quel che sarà, ma in 19 anni di onorata carriera in Serie A li festeggerà tra un mese Francesco Totti non si è mai presentato in ritardo ad una riunione tecnica. Pigro, sul serio, come lo definì Franco Baldini sette mesi fa? Decaduto, ai margini del progetto, troppo ingombrante per Luis Enrique e troppo vintage per la proprietà americana, come si adombrava allora? Oggi, viene da ridere. La Roma riempita di ragazzini e affidata allo scienziato Luis Enrique continua a dipendere da Totti. Lui sì, un marziano, altro che Zichichi: otto volte la squadra si è esibita quest’anno senza il suo capitano, e sono arrivate sei sconfitte. L’ultima, a Bergamo, è stata un tale disastro che tutto, a Trigoria e dintorni, oggi viene rimesso in discussione: l’adeguatezza del tecnico asturiano e della nuova dirigenza, la serenità dello spogliatoio, il senso del progetto americano. Dubbi esistenziali, oltretutto a poche ore dal derby: il match che deve salvare la stagione romanista oppure mortificarla ulteriormente. Luis Enrique si gioca tutto. Eliminato dalle coppe, già sconfitto all’andata, quasi tagliato fuori dalla lotta per la Champions: il tecnico che vuole passare alla storia rischia di essere travolto dalla cronaca. Per sua fortuna, Totti ci sarà.

Quasi sicuramente Il quasi è necessario dopo lo scontro frontale avuto ieri con il brasiliano Cicinho in allenamento: Totti caricava il tiro, quello giustamente si opponeva. L’impatto ha prodotto un lieve trauma contusivo all’alluce del piede sinistro. La classica unghia nera da sangue pesto: dolorosa, ma sopportabile. Già oggi Totti potrebbe allenarsi regolarmente. Alle brutte, domenica giocherà con uno scarpino di una misura più grande. Esserci o non esserci, sarà il tema dominante sui giornali dei prossimi giorni, come da tradizione, ma non il suo dilemma: troppa la voglia di scendere in campo, troppa la necessità di averlo. Sarà un caso, ma all’andata Totti non c’era e la Roma perse il primo derby dopo cinque successi consecutivi. E poi la squadra domenica è già priva di Osvaldo: chi altri può segnare alla Lazio? Totti lo ha fatto già otto volte. È a un tiro di schioppo dal record 9 di Delvecchio e Da Costa. L’ultimo primato che gli manca, motivo in più per esserci, no?

Se non lui, chi? Del resto, il derby non è mai un appuntamento come gli altri, ma il prossimo per Totti avrà il sapore di un anniversario speciale: il trentesimo in campionato, il trentaquattresimo assoluto. Primatista dentro il Raccordo Anulare, tra i più longevi fuori: solo Paolo Maldini 42 e Beppe Bergomi 31 hanno giocato più stracittadine in Serie A. I ventinove precedenti dicono che Totti ha vinto e perso 12 volte in egual misura contro la Lazio. E la storia recente del derby racconta che quando segna lui, la Roma non perde 4 vittorie e 3 pareggi. Le statistiche, però, non raccontano il meglio dei derby di Totti: pallonetti, rigori, punizioni, magliette celebrative, dediche, pollici versi, corse sotto la Sud. Slogan divenuti celebri: l’ultimo uscì dalla bocca di un telecronista della Bbc, trascinato dalla doppietta del 13 marzo 2011: «The king of Rome is not dead». Domenica, il moribondo da salvare è Luis Enrique. Se non Totti, chi?
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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